Finto sms delle Poste: raffica di prelievi, conto svuotato a un'impiegata

Venerdì 9 Settembre 2022
Un hacker in azione
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MESTRE - Ancora un finto sms inviato da un hacker, seguito da una raffica di prelievi dal conto in banca che, alla fine della giornata, sono costati 11mila euro ad un'impiegata quarantunenne.
Sono state ben 49 le operazioni effettuate in quello stesso giorno dal conto di B.C., impiegata veneziana, che le hanno fatto raggiungere il non piacevole record di prelievi nell'ambito di una frode che sta mietendo vittime in tutta Italia. «Stiamo parlando ovviamente della truffa del finto sms (o dei finti codici) che noi, come Adico, stiamo seguendo ormai da oltre due anni durante i quali sono state aperte più di 300 pratiche - spiegano dall'associazione dei consumatori mestrina -. Truffe che hanno perlopiù colpito correntisti di Banca Intesa, anche se in questo caso, si tratta di una cliente delle Poste».

La donna, lo scorso maggio, aveva ricevuto un messaggio nella chat dove si archiviano i messaggi di Posteinfo, quelli originali. «Come in altri raggiri mili l'sms le segnalava la sospensione del conto per una mancata procedura di sicurezza, fornendo un link per procedere con la riattivazione - riprendono da Adico -. Una volta entrata nel sito, B.C. sempre convinta dell'onestà del messaggio, ha fornito il numero di carta e poi i codici di conferma ricevuti dai sedicenti operatori di Poste. Infine, un messaggio rassicurante: L'operazione è andata a buon fine». La realtà, però, era ben diversa, visto che il giorno seguente la 41enne ha riscontrato problemi nei pagamenti. E il giorno successivo le Poste, quelle vere, l'hanno contattata per denunciare addebiti anomali sul suo conto. Così B.C. si è rivolta al suo ufficio postale dove ha riscontrato un ammanco di circa undicimila euro con quelle 49 operazioni effettuate probabilmente in un sito di giochi d'azzardo on line.
«Una vicenda che è in linea di massima simile alle altre già affrontate in questi anni e relative alla truffa del finto sms commenta Carlo Garofolini, presidente dell'Adico -. In questo caso manca la telefonata del sedicente operatore delle Poste e il raggiro è avvenuto in modo più rapido. Le quasi 50 operazioni, tutte di importi bassi, probabilmente sono finite in qualche sito di giochi d'azzardo. Al di là di quello, insistiamo sul concetto che i correntisti non abbiano alcuna colpa perché la truffa è ben congegnata e si basa sulla convinzione della vittima di trovarsi proprio di fronte a un messaggio reale. Sono gli istituti di credito, invece, che devono trovare un modo per coprire le falle dei proprio sistemi di sicurezza».

    
 

Ultimo aggiornamento: 10 Settembre, 10:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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