PORTOGRUARO - Le spilla parecchi soldi con l’inganno e, una volta denunciato, la minaccia di diffondere le sue foto osé. Arriva ancora una volta dal Veneto orientale una triste vicenda amorosa a cui ha messo fine in questi giorni il Tribunale di Pordenone, che con la sentenza del giudice monocratico Francesca Vortali ha condannato G.F., fino a poco tempo fa residente a Concordia Sagittaria e poi trasferitosi in provincia di Varese, per truffa e tentata violenza privata nei confronti di E.A., anche lei residente nel territorio.
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La vicenda risale al 2020.
DENUNCIA E MINACCE
La donna, delusa e arrabbiata, si era allora decisa di troncare la relazione e di sporgere, nel febbraio 2020, una querela davanti ai Carabinieri di Portogruaro. Appresa la notizia, G.F. le aveva quindi inviato delle fotografie che la ritraevano a seno scoperto, iniziando a minacciarla di mostrare questi scatti imbarazzanti ad altre persone se non avesse ritirato la denuncia. «Un obiettivo che non è stato raggiunto - spiega l’avvocato difensore della donna, Alfredo Piscicelli Majori, di Mestre -, grazie alla ferma determinazione e al coraggio della mia assistita». Il giudice, ritenendo fondati entrambi i reati contestati, quello di truffa e tentata violenza privata, ha condannato l’imputato ad un anno di reclusione, mille euro di multa e al pagamento delle spese processuali. Inoltre, l’uomo è stato condannato anche al risarcimento dei danni in favore della donna, che si era costituita parte civile, e al pagamento di una provvisionale, immediatamente esecutiva, di 10.430 euro oltre al rimborso delle spese legali per l’assistenza della parte civile nel processo.
TRUFFA
«Non è tutto. Accogliendo le sollecitazioni della difesa della parte civile – spiega ancora l’avvocato Piscicelli Majori – il giudice ha disposto l’invio degli atti alla Procura della Repubblica di Pordenone affinché valuti la ricorrenza dei reato di truffa anche in relazione alle copiose somme di denaro che l’uomo si era fatto consegnare dalla donna nel corso della sciagurata relazione sentimentale. Insomma, una triste vicenda processuale che si è correttamente definita con questa sentenza».