Venezia, Tintoretto, restauro per la Crocifissione alla Scuola Grande di San Rocco. Un lavoro che durerà due anni

Martedì 28 Marzo 2023 di Lidia Panzeri
Tintoretto, restauro per la Crocifissione alla Scuola Grande di San Rocco. Un lavoro che durerà due anni

VENEZIA - È l'opera più imponente (30 mq di telero) e, insieme, la più emozionante di Tintoretto alla Scuola Grande di San Rocco: la "Crocifissione" nella sala Grande dell'Albergo. Iniziata nel 1565 e completata appena l'anno dopo come attesta un documento dell'allora Guardian Grando Gerolamo Rotta, relativo al pagamento di 250 ducati, una cifra all'epoca assai ragguardevole. Equiparabile, del resto, al vitalizio di 100 ducati di cui l'artista godeva. Per trovare una tela altrettanto grandiosa dobbiamo trasferirci a Palazzo Ducale dove è collocato il "Paradiso" ma con una significativa differenza: qui intervennero anche altri aiuti, prima di tutto il figlio Domenico.
La Crocifissione, invece, è del tutto autografa.

Per di più nel contesto della Scuola, fondata nel 1478 e l'unica sopravvissuta alle soppressioni napoleoniche. Scuola che, data la devozione nei confronti del santo, colpito dalla peste, ma in seguito guarito, poté da subito usufruire di ingenti risorse economiche. Da sempre punto di riferimento per quanto riguarda Tintoretto, anzi da molti definita la sua Cappella Sistina.

LA STORIA

In un primo momento il dipinto fu accolto con un certo scetticismo da parte degli stessi responsabili della Scuola. Salvo poi esplodere in un coro di entusiasmi. Per quello che Frederick Ilchmann, altro storico dell'arte rinascimentale veneziana e chairman di Save Venice, ha definito il più importante ciclo pittorico di soggetto religioso mai realizzato. L'ultimo restauro data ormai mezzo secolo. Da qui la necessità di un intervento. Con una precisazione importante: la sala rimane comunque visitabile. Con le strutture di restauro in bella vista e la possibilità di poter comunque vedere quanto non è impedito dai lavori in corso. Non l'intero complesso, ovviamente, ma parti pur sempre significative. Inoltre ad integrazione ci sarà la riproduzione del telero sia pure in scala ridotta, affiancata da un video in modalità loop.
Ieri la presentazione del restauro. Con il Guardian Grando, Franco Posocco, molto compiaciuto per il fatto che questa sala diventi di fatto una sorte di laboratorio giornaliero. Un evento dal vivo, ma carico di tutta la sua valenza storica. Il restauro, per un importo valutato all'intorno a 650.000 euro, e una durata prevedibile di due anni, è interamente supportato dal comitato Save Venice, con il particolare contributo di Arnold M. Bernstein, autorevole studioso di storia dell'arte.
Non è questo il primo intervento di questo Comitato Privato alla Scuola. È già intervenuto nella conservazione di due dipinti del Pordenone e di altri del Tintoretto e dall'anno scorso sta operando sull'«Annunciazione» di Tiziano. Precedentemente nella vicina chiesa omonima alla Scuola ha realizzato il restauro conservativo delle due Marie. Per questo Melissa Conn, direttrice dell'ufficio di Venezia, si è dichiarata onorata per la fiducia riposta. Da parte sua Agnese Chiari, storica dell'arte, operativa nella Scuola, ha manifestato la sua fiducia affinchè, una volta tolte le improprie verniciature e i depositi lasciati dai fumi delle candele e dalla polvere, e una volta integrata anche la luce naturale, si possa riportare il dipinto nelle stesse condizioni in cui poteva vederlo Tintoretto.

LE INDAGINI

Per restaurare, però, occorre prima di tutto conoscere. Da qui le indagini diagnostiche non invasive, quali la documentazione in fluorescenza con sorgenti LED UV e riprese in riflettografia all'infrarosso. I lavori sono diretti, con la consulenza della Soprintendenza, da Caterina Barnaba, che ha sottolineato la delicatezza dell'intervento e che spera, a conclusione, si potrà percepire l'opera in modo nuovo. Peraltro sarà affiancata da un numero di colleghi variabile da quattro a sei. Il dettaglio: Tintoretto certamente era afflitto dall'horror vacui, anticipatore di questa tendenza poi trionfata nel 600. Constata che nel grande telero rimane un piccolo vuoto. E provvede a riempirlo con un piccolo quadretto raffigurante tre mele. Finemente ripiegato e tagliato, dotato di una preziosa cornice, ora questa deliziosa opera è esposta sempre nella sala dell'Albergo. Da scoprire maliziosamente sotto la grata che la ricopre. Infine il capitolo dei disegni. Un pervicace pregiudizio vorrebbe che gli artisti veneti ne facessero scarso uso. Tesi, oggi, clamorosamente smentita nella mostra attualmente in corso a Palazzo Ducale di Vittore Carpaccio. La stessa considerazione può estendersi per Tintoretto. Per quanto riguarda la Crocifissione ne sono stati rintracciati finora sei, dal ricercatore Gabriele Matino. La metà nel gabinetto dei disegni agli Uffizi di Firenze. Tutte e sei rappresentanti figure di donne. Tre vestite e tre nude. Riportate sul dipinto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci