Nata tetraplegica, risarcita con 2 milioni: condannato l'ospedale

Lunedì 17 Dicembre 2018 di Fulvio Fenzo
Anna Pozzobon, la madre della bambina nata con gravi patologie, durante una protesta davanti a Villa Salus
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MESTRE Era arrivata a incatenarsi davanti a Villa Salus, quasi due anni fa dopo essersi indebitata e aver venduto la propria casa per pagare le cure di sua figlia, per ottenere quella “giustizia” che sembrava non arrivare mai. Ma oggi, dopo una lunghissima battaglia legale fatta di perizie e controperizie, Anna Pozzobon è riuscita ad avere ragione, e il Tribunale di Venezia ha condannato Villa Salus a pagare un risarcimento di oltre due milioni di euro per i danni permanenti dovuti “al comportamento negligente dei sanitari del reparto di ostetricia della clinica di Mestre”, come ha scritto la giudice Silvia Franzoso nella sentenza emessa nei giorni scorsi.
 
Anche se ora, nonostante le Generali abbiano pagato la loro parte come compagnia assicuratrice di Villa Salus, la Congregazione delle mantellate serve di Maria (proprietaria dell’ospedale sul Terraglio) ha chiesto di “rateizzare” il proprio debito annunciando anche un probabile ricorso in appello.
DANNI IRREPARABILI
Vittoria Luce nacque il 25 gennaio 2011 a Villa Salus subendo danni irreparabili per una grave ipossia cerebrale al momento del parto, tanto da doverla ricoverare d’urgenza a Treviso. Da allora, la vita della madre Anna Pozzobon è drammaticamente cambiata per poter curare la piccola che soffre tuttora di gravi problemi psicomotori, cognitivi, deficit visivi e del linguaggio, crisi epilettiche. Il Tribunale di Venezia ha di fatto confermato l’esito della consulenza medico-legale che ha accertato il nesso causale tra la condotta del personale medico e ostetrico di Villa Salus e i danni subiti dalla piccola fatta nascere mediante l’applicazione di una ventosa ostetrica, nonostante già alcune ore prima presentasse una frequenza cardiaca superiore a 160 battiti al minuto e dunque tachicardica. «La decisione dell’ostetrica di seguire con una registrazione intermittente il tracciato cardiografico, anziché passare a una registrazione continua ed avvisare tempestivamente il medico di turno - si legge nella sentenza - ha impedito di tenere sotto controllo le anomalie e di attuare gli adeguati provvedimenti clinici, compreso un immediato espletamento del parto mediante taglio cesareo, prima che si instaurassero danni fetali irreversibili. Il medico di turno si è trovato ad intervenire quando le condizioni erano già gravemente compromesse».
IL RISARCIMENTO
Da qui, il riconoscimento del maxi-risarcimento che supera i 2 milioni di euro e che, grazie all’assistenza dell’avvocato Matteo Mion del foro di Padova, è stato esteso per il danno biologico - in misure ovviamente differenti - anche alla madre, al padre separato e alla nonna materna che, in questi sette anni, è stata sempre vicina alla figlia e alla nipotina. «Ce l’abbiamo fatta - commenta l’avvocato Mion - dopo una battaglia nella quale, purtroppo, la madre è stata perfino costretta ad incatenarsi davanti ad un’ospedale che ha fatto muro contro muro di fronte ad una tragedia così grande. Non solo, mentre le assicurazioni Generali hanno pagato, Villa Salus ha chiesto di rateizzare la quota di risarcimento che spetta a loro». Una cifra che si aggirerebbe sui 200mila euro, anche se da Villa Salus replicano che si tratta di “trattative fra avvocati” e che la clinica farà ricorso in appello per dimostrare le proprie ragioni, «come già avvenuto in altri casi». Quei soldi, comunque, dovranno essere versati subito e, dall’accusa, sembrano perfino pronti a chiedere pignoramenti.
«UN FUTURO PER MIA FIGLIA»
«Oggi ho la garanzia certa di non veder più calpestato il diritto di Vittoria ad avere un futuro dignitoso per le cure che le serviranno sempre - afferma la madre - Da parte mia continuo a vivere ogni giorno sperando e, al tempo stesso, contenendo la speranza in questa “dimensione di diversità” per me e mia figlia. Auspico che presto la giustizia garantisca processi più rapidi a sostegno di chi ha subito un danno come il nostro, ma invito anche chi si trova in una situazione simile a non mollare e a tener duro. Sempre».
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Ultimo aggiornamento: 08:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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