Ha seguito la ragazza di notte per violentarla: l'arrestato è un 50enne trevigiano

Lunedì 14 Giugno 2021 di Monica Andolfatto
Fondamenta San Girolamo dove la 25enne è stata aggredita
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VENEZIA L'ha braccata come fa il cacciatore con la preda, e una volta sotto casa, a San Girolamo (Cannaregio), l'ha aggredita brutalmente. Voleva stuprarla. Si era già calato i pantaloni e stava per dare pieno sfogo ai suoi istinti bestiali. Non ci è riuscito perché le urla disperate e agghiaccianti della vittima hanno risvegliato i vicini: chi si è affacciato gridando, chi è corso in fondamenta per soccorrere la ragazza. È stata questa reazione corale e immediata dei residenti, attorno alle due della scorsa notte, che ha fatto non solo desistere il maniaco ma che ne ha consentito pure l'immediata cattura. E soprattutto ha contribuito in maniera determinante a salvare la 25enne, la quale sotto choc e spaventata a morte, stava soccombendo dopo essersi difesa fino allo stremo: su tutto il corpo, in particolare sul volto, sulle braccia, sulle gambe, graffi e lividi a testimoniare la ferocia della colluttazione. L'uomo, un cinquantenne trevigiano, è stato bloccato dagli agenti delle Volanti lagunari e portato in questura: informato il magistrato di turno, la pm Paola Tonini, formalizzato l'arresto per violenza sessuale, ora è rinchiuso nel carcere di Santa Maria Maggiore.


LA CRONACA

Una serata con le amiche in un locale del centro storico, assaporando il tepore estivo e il piacere ritrovato, cessato il lockdown, di poter tirare fino a tardi. Risate, qualche chiacchiera. Poi verso l'una e trenta, i saluti e il rientro verso l'abitazione a San Girolamo. La sensazione di essere seguita - come dirà agli investigatori e alle persone che per prime l'hanno soccorsa - la 25enne, arrivata in laguna dalla Calabria per lavorare, l'ha avuta già in Strada Nova.

Tanto che ha cambiato anche percorso per capire se fosse solo suggestione. Ma a Venezia il rumore dei passi di notte, quando il vociare e il viavai dei turisti si attenuano, risuona nitidamente. E lei quel rumore, secco e cadenzato, continuava a sentirlo. Angoscia, paura, cupo presagio. Non si è mai voltata, ma ha affrettato l'andatura fino quasi a correre. E si è attaccata al cellulare, chiamando un'amica per trovare una sorta di conforto. Davanti alla porta di casa, alla Croce, quando si sentiva ormai al sicuro, quel rumore si è materializzato nel peggiore dei modi. Lo sconosciuto le è piombato addosso, le ha strappato il telefonino scaraventandolo in acqua: spietato, crudele, assaporava già l'abuso.


LA REAZIONE

No, non può essere vero. Non può capitare a me. Spintoni, morsi, graffi: ha cercato di opporsi, ma lui la sovrastava fisicamente e l'aveva immobilizzata come in una morsa. La voce. Le rimaneva solo quella. Si è messa a strillare come non aveva mai fatto. Urla che hanno squarciato il silenzio della notte, che hanno destato di soprassalto chi stava dormendo e che si è reso conto che si trattava di una richiesta di aiuto agghiacciante. Quando ha sentito la morsa allentare, ha cominciato a tremare come fosse inverno: i sanitari del Suem l'hanno accompagnata all'ospedale Civile, dove è stata visitata e refertata. I poliziotti, che erano nelle vicinanze in servizio antimovida, sono intervenuti subito: lo hanno rincorso e placcato. A guidarli una signora che dalla finestra ha visto scappare il 50enne sul ponte dall'altra parte del canale, agli Ormesini. Nessun dubbio: è lui. Lo ha riconosciuto la vittima, lo hanno riconosciuto i testimoni: sulle spalle qualche precedente per furto.
 

Ultimo aggiornamento: 15 Giugno, 11:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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