Il veneziano Nardin porta Shakespeare in Russia: «Teatro povero contro la pandemia»

Domenica 20 Giugno 2021 di Giambattista Marchetto
Il regista veneziano Alessio Nardin

VENEZIA - Parla anche italiano, anzi veneziano lo spettacolo premiato a Mosca con la Maschera d'oro. Il prestigioso riconoscimento per il teatro russo simile a quello che il nostro David è per il cinema è stato infatti assegnato allo spettacolo/progetto Pinokkio prodotto dal Teatro Nazionale Electro Stanislavsky (nel'Unione dei Teatri d'Europa), al quale ha collaborato come regista e come pedagogo il veneziano Alessio Nardin.

E proprio il successo di quel lavoro ha spinto il direttore dell'importante teatro moscovita Boris Yukhananov a volere Nardin per una nuova regia, questa volta lo shakespeariano Sogno di una notte di mezz'estate che debutterà il 22 giugno. Il progetto Pinokkio nasce con una concezione unica nel suo genere. Basato sulla drammaturgia dell'eclettico scrittore Andrei Vishnevsky, era composto di 5 parti (Foresta, Teatro, Città, Fata, Stradur), ognuna delle quali è uno spettacolo a sé di 3-4 ore connesso alla composizione organica. 

EMOZIONI E MASCHERE

Il progetto è stato coordinato dal direttore dell'Electrotheatre Yukhananov, che ha radunato intorno a sé uno staff di artisti di alto livello come lo scenografo Yuri Harikov, la costumista e stilista Anastasia Nefyodova, il compositore Dmitry Kurlyandsky, il coreografo Andrei Kuznetsov-Vecheslov e, appunto, Nardin come unico europeo e italiano. «Ho lavorato per più di un anno a Mosca riferisce il regista veneto - per la regia di una parte dello spettacolo e, in collaborazione con l'autore Andrei Vishnevsky, ho creato una nuova drammaturgia di otto episodi appartenenti allo Spettacolo di Mangiafuoco. Ho anche curato la creazione delle maschere e dei costumi insieme a maestri mascherai italiani. Nelle altre quattro parti ho creato e dato vita al lavoro fisico e vocale dei due attori principali e ho curato il processo preparatorio pedagogico, lavorando con più di 60 attori». 

NUOVO ALLESTIMENTO

La qualità del gioco di squadra con Nardin ha spinto Yukhananov a coinvolgerlo - scomodando anche i ministeri russi degli esteri e della cultura per forzare i vincoli imposti dal Covid per curare il nuovo allestimento shakespeariano. «Il teatro che ho costruito è un teatro povero, diretto, senza effetti, basato solo sull'essenza dell'attore come autore di azione riferisce Nardin - È un mondo, quello che ho ideato per la foresta, che si contrappone al metateatro o alla metafora. Diventa un mondo teatrale che esiste in quanto tale, quasi come un riflesso di un possibile mondo teatrale metafisico che esiste in una dimensione differente e che si specchia nell'istinto puro dell'azione in scena». Per fare questo il regista ha proposto un lavoro totalmente nuovo sulla maschera e ha accettato di rifondare in Russia una nuova strada di lavoro con la maschera. Il nuovo progetto coinvolge 20 artisti tra musicisti, cantanti, attori, tutti chiamati a lavorare su un'esperienza della maschera che Nardin non conduce sulla linea della commedia dell'arte o della tradizione, ma spinge su un utilizzo orientato al grottesco.
 

Ultimo aggiornamento: 21 Giugno, 09:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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