Tasse evase recuperate: vanno alla Regione Veneto o al Governo? Ora Calderoli punta al "codice specifico"

Domenica 19 Febbraio 2023 di Alda Vanzan
Roberto Calderoli e il nodo delle tasse in Veneto

Legge di Stabilità della Regione Veneto impugnata dal Governo, il ministro leghista Roberto Calderoli difende la decisione di Palazzo Chigi, pur auspicando una soluzione prima di arrivare davanti alla Corte costituzionale. Come, non è ben chiaro. Anzi, la materia è talmente ostica dal punto di vista tecnico che i tributi di cui parla la Regione nella sua Legge di Stabilità sembrano essere stati invertiti. Il senso delle parole di Calderoli, però, è chiarissimo: il Veneto non può avanzare pretese sui fondi di Irap e Irpef destinati a Roma. «Risorse - ha detto il ministro leghista - per il fondo sanitario nazionale». Però un'apertura l'ha fatta: «Credo che se si introduce un codice specifico per individuare le singole componenti» dei proventi da controlli fiscali «il problema possa essere risolto prima di arrivare in Corte costituzionale».

Ma il punto è: una volta fatto un codice per i gettiti da ravvedimento operoso, che è quello che chiede il Veneto, i soldi continueranno ad andare a Roma come dice il ministero dell'Economia e delle Finanze o verranno girati alle Regioni (e in questo caso a tutte)?

Fondi Irap e Irpef, scontro Regione Veneto e Governo


Calderoli ha parlato ieri mattina alla Tenuta San Leonardo a Borghetto (Trento) a un tavolo di confronto sull'autonomia in occasione del 50esimo anniversario del secondo Statuto di Autonomia del Trentino-Alto Adige. C'erano i presidenti delle due province autonome di Trento, Massimo Fugatti, e di Bolzano, Arno Kompatscher, oltre al presidente della Conferenza delle Regioni e del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga. Per il Veneto la vicepresidente Elisa De Berti.

Al termine dell'incontro c'è stata una conferenza stampa e al ministro è stato chiesto se l'impugnativa della legge di Stabilità veneta non vada in contrasto con il processo dell'autonomia differenziata

L'articolo impugnato dice infatti che il Veneto si prende non solo i gettiti di Irap e Irpef derivanti dagli accertamenti tributari dell'Agenzia delle Entrate, ma anche quelli derivanti dai "ravvedimenti operosi", quelli cioè attuati con la cosiddetta "compliance". Secondo Palazzo Balbi, che siano soldi recuperati con cartelle esattoriali o con inviti garbati da parte dell'Agenzia delle Entrate, sempre tasse non pagate erano e quindi, una volta introitate, devono andare tutte alla Regione. Il Governo, più precisamente il ministero dell'Economia e delle Finanze, dice invece che se un contribuente, pur inizialmente evasore, paga senza che sia stato attivato l'accertamento tributario, è difficile catalogarlo: la decisione di mettersi in regola con il fisco potrebbe essere una "iniziativa autonoma" del contribuente. E se è una iniziativa autonoma, allora il gettito deve andare allo Stato, per la precisione al Sistema sanitario nazionale. Il Ssn è alimentato infatti da tre fonti di tasse: Irap, Irpef, Iva. Se si toglie la parte dei "ravvedimenti operosi" - dice il Mef - il Ssn avrà meno soldi.


Ieri a Trento il ministro Calderoli ha parlato di «due tipologie» del «ravvedimento oneroso», una «che ha come beneficiario la Regione» e una «che va allo Stato per la costituzione del fondo sanitario nazionale». «Aver messo nella legge regionale un conto corrente in cui, in maniera non individuabile, finiva sia la parte di fondi di cui avrebbe beneficiato la Regione che quella di spettanza dello Stato, averebbe determinato l'impossibilità di separare i due capitoli. Io credo - ha detto Calderoli - che se si introduce un codice specifico per individuare le singole componenti, il problema possa essere risolto prima di arrivare in Corte costituzionale».


A Venezia le parole del ministro leghista sono state interpretate in termini ottimistici: il convincimento è che con il doppio codice la Regione potrebbe prendersi tutto, anche i gettiti da "compliance". Restano però le parole del Consiglio dei ministri: "Le difficoltà sul piano procedurale derivanti dalla distinzione tra le due tipologie di versamento (spontaneo o indotto) non potrebbero nemmeno essere superate dall'eventuale istituzione di uno specifico codice tributo, che comunque non farebbe venir meno le criticità emerse in ordine alla pretesa assimilazione del ravvedimento operoso indotto con l'attività da recupero fiscale".

Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 09:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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