Venezia: «Stop alle tariffe 'ad hoc' dei vaporetti per le isole». La rabbia dei cittadini: «Atto contro la residenzialità»

Giovedì 15 Settembre 2022 di Tomaso Borzomì
Venezia: «Stop alle tariffe 'ad hoc' dei vaporetti per le isole». La rabbia dei cittadini: «Atto contro la residenzialità»

VENEZIA - La decisione di uniformare le tariffe delle isole al resto della città non è stata presa bene dagli abitanti delle aree meno collegate.

Giudecca, Lido, Murano e Burano (non raggiungibili se non con i mezzi pubblici in quanto, appunto, isole) la giudicano un passo per cacciare i residenti. Per prima c'è stata la rimodulazione dell'abbonamento legato alla residenza (operata nel 2015 dalla prima amministrazione-Brugnaro), che permetteva di andare da una sponda all'altra del canale ad esempio della Giudecca con 140 euro all'anno a favore di un titolo comunque scontato, ma più oneroso, cioè 210 euro, che comprende tutti i trasporti, spesso però inutili per le necessità di chi abita in queste aree. Ora anche l'eliminazione della tariffa agevolata per il traghetto (solo per chi non ha la carta Veneziaunica) viene vissuta come un'ulteriore difficoltà. A lanciare il sasso nello stagno è Gigi Giordani, del Psi: «Alla Giudecca ci sono una dozzina di associazioni che operano sul territorio, realtà che così vengono penalizzate fortemente nelle loro attività, aperte sia al pubblico cittadino, che a quello proveniente da fuori».

La testimonianza

Raccontando la sua esperienza, l'esponente socialista spiega come questo impatterà da subito sull'imminente premio culturale assegnato dal circolo Nardi: «Faccio un esempio, chi vuole portare il proprio dipinto per partecipare al concorso di pittura dovrà affrontare un balzello di 19 euro tra andata e ritorno, non è possibile. Anche perché è sì vero che il titolo dura 70 minuti, ma se c'è un po' di coda, se uno vuole fermarsi un attimo a respirare, deve comprare un altro biglietto». Senza dimenticare i risvolti sull'economia locale: «E poi, i ristoranti o i bar e le attività, come fanno a lavorare? Chi passeggia alle Zattere e magari potrebbe decidere di andare a mangiare in isola, godendosi di un panorama unico, ci rinuncia perché costa troppo». Altro problema legato alle nuove tariffazioni riguarda la scuola.

La scuola

Questa volta a sollevare il tema è Andrea Gusso, di Garanzia Civica: «L'amministrazione comunale potrebbe dimostrarsi sensibile ai ragazzi. Alla scuola Calvi di Castello o alla Duca d'Aosta alla Giudecca non sono state istituite le prime, così alcuni studenti sono costretti ad emigrare al Lido o a San Provolo, imponendo spostamenti giocoforza in vaporetto. Perché per queste poche famiglie il Comune non prevede un abbonamento Actv ridotto per lo studente minorenne e il suo accompagnatore obbligato?». Restando in tema scolastico, Gusso allarga il raggio e cambia tema, spostando l'attenzione anche sui libri di testo. Altro fattore che sotto all'ombrello della crisi economica sta facendo da spauracchio per le famiglie alle prese con il caro energia. Visto che le spese dei bilanci familiari sono in aumento per le varie vicissitudini, l'attivista lancia un'idea utile anche per chi si presenterà alle elezioni: «È già previsto che i testi della scuola primaria (elementari) siano gratuiti, dovrebbero essere tali anche quelli per la scuola secondaria inferiore (medie) e per i primi due anni di scuola secondaria superiore. Nel vicino Trentino già si fa. Inoltre, non si pensa che ad invarianza di programmi ministeriali sarebbe opportuno sospendere la continua adozione di nuove edizioni di testi così da promuovere il ricircolo dell'usato, assicurando comunque l'accesso agli e-book?». Da ultimo, il residente snocciola numeri a livello nazionale: «Le medie registrano un milione e seicento bambini, se il Governo prevedesse nel triennio ad erogare 500 euro per sostenere l'acquisto dei libri di testo, la spesa sarebbe di 800milioni su tre anni. Un'operazione da 250milioni all'anno sul territorio nazionale. Prevedendo la spesa si farebbe un'azione di benessere che accontenterebbe le famiglie delle medie, cioè circa tre milioni di persone».

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