Auto sequestrata da due anni e mezzo perché ha la targa polacca, l'odissea del co-proprietario dell'Hotel Venezia di Mestre

Lunedì 3 Gennaio 2022
Auto sequestrata da due anni e mezzo perché ha la targa polacca
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MESTRE - Automobile sotto sequestro da due anni e mezzo, in attesa della convocazione del Giudice di Pace. Renato Rossetto, co-proprietario dell'Hotel Venezia di Mestre, fa sentire la sua voce su una situazione che a suo dire ha del paradossale, soprattutto alla luce della recente sentenza in sede europea che ha bocciato l'articolo 93 del Codice della strada italiano, norma che ha causato tutti i suoi problemi. L'articolo sancisce il divieto, per chi abbia stabilito la residenza in Italia da oltre 60 giorni, di circolare con un veicolo immatricolato all'estero, con relative sanzioni in caso di violazione della norma, che arrivano fino al sequestro del mezzo. Rossetto, che trascorre la sua vita tra l'Italia e la Polonia e dal 1992 è cittadino polacco, racconta di essere stato fermato a Mestre dai vigili nel luglio del 2019, mentre era alla guida dell'auto di proprietà della moglie di nazionalità polacca, recante targa per l'appunto polacca, e di essere stato sanzionato con una multa salata e con il sequestro del mezzo. «Mi sento vittima di un'ingiustizia spiega Rossetto perché al momento del fermo, alla presenza di mia moglie, ho fornito agli agenti tutti i documenti comprovanti la mia cittadinanza polacca e ho comunicato che la mia residenza primaria e normale era appunto quella polacca. Mi hanno invece risposto che mi ritenevano un mestrino a tutti gli effetti e che quindi mi avrebbero considerato come un residente in Italia illecitamente alla guida di una vettura con targa straniera.

Da quel giorno l'auto è ferma in un parcheggio privato di mia proprietà, non sono riuscito ad immatricolarla in Italia per motivi burocratici e sono ancora in attesa della convocazione da parte del Giudice di Pace per dirimere la questione».


IL RICORSO

Al di là del caso specifico, la complessa vicenda di Rossetto è simile a molte altre verificatesi in tutta Italia, tanto che la Corte di Giustizia dell'Unione Europea pochi giorni fa ha emesso una sentenza che boccia il contenuto dell'articolo 93 del Codice della strada italiano, considerato illegittimo in quanto limitante la libera circolazione dei capitali secondo il Trattato di Funzionamento dell'Unione Europea. Secondo la Corte, infatti, la legislazione italiana, imponendo ai soggetti residenti in Italia da più di 60 giorni una nuova immatricolazione degli autoveicoli già immatricolati in altro Stato membro, finirebbe per applicare una tassa al comodato d'uso transfrontaliero dei veicoli a motore, imponendo di fatto una restrizione alla libera circolazione di tali capitali, inammissibile tra Paesi dell'Unione. La norma italiana, introdotta nel 2018 con l'intento di combattere la pratica di immatricolare la propria vettura all'estero per evitare i costi correlati all'immatricolazione in Italia, o per eludere la riscossione delle multe stradali, viene messa dunque in discussione, aprendo la strada a futuri ricorsi e contenziosi.

Ultimo aggiornamento: 4 Gennaio, 10:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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