Tangenti, i Fedriga volevano anche l'appalto per gli impianti della casa di cura del miranese

Lunedì 30 Gennaio 2023 di Davide Tamiello
Il blitz dei carabinieri a Santa Maria di Sala

SANTA MARIA DI SALA - L’idea di una casa di cura nel Miranese era diventata un chiodo fisso da un po’ per la coppia di imprenditori coinvolti nell’inchiesta sulle tangenti di Santa Maria di Sala. A quanto ricostruito dagli investigatori, infatti, Mauro Cazzaro e Battista Camporese come prima scelta avevano messo Martellago. Qui, però, avevano perso il bando per la realizzazione e la gestione della struttura. E così, si erano spostati su Santa Maria di Sala, dove l’asse composto dall’architetto Marcello Carraro e dagli ex sindaci Nicola Fragomeni e Ugo Zamengo, secondo gli inquirenti, stava lavorando per trovare un terreno su cui realizzarlo.

Il primo contatto era quello che aveva dato il via all’intera inchiesta: si erano avvicinati a un imprenditore chiedendogli 100mila euro in nero per rendere il suo terreno da agricolo a edificabile. Inoltre, avrebbe dovuto venderlo a chi volevano loro: Cazzaro e Camporese, appunto. L’imprenditore, che aveva registrato l’incontro con i due ex sindaci, il giorno dopo era corso dai carabinieri per sporgere denuncia. Era l’ottobre del 2019: da allora, erano partite le indagini e le intercettazioni che avevano prodotto undicimila pagine di faldoni, depositate nei giorni scorsi dalla procura di Venezia all’ufficio del gip. 


L’ACCORDO
La ricerca per il terreno però non si era certo fermata a un primo rifiuto. Zamengo e Fragomeni, secondo l’accusa, avevano trovato un interlocutore più disponibile nei fratelli Fedriga (Francesco, Saverio e Filippo). Loro, infatti, avevano accettato di vendere il loro terreno ai due imprenditori ma a una condizione. Quando avevano scoperto, infatti, che la loro intenzione era quella di realizzare una casa di cura avevano preteso di entrare nei lavori con la loro ditta per avere l’incarico dell’impianto elettrico. 
L’accordo si era chiuso con Cazzaro e Camporese a firmare un preliminare di vendita a 440mila euro, «40mila dei quali da corrispondere in nero», scrive il gip nell’ordinanza di custodia cautelare. «l’operazione immobiliare - continua il giudice - risulta essere vantaggiosa per tutte le parti: gli alienanti Filippo, Francesco e Saverio Fedriga conseguono nei fatti un prezzo ben più elevato rispetto a quello di mercato per un’area a destinazione agricola, di assai scarso significato economico. Conseguono, cioè, un prezzo cinque volte sovrastante il suo reale valore di mercato». Ci guadagna anche chi compra, risparmiando: «i favoriti imprenditori Cazzaro e Camporese erogano meno della metà della somma che avevano ritenuto necessario stanziare per acquistare l’area» dell’architetto che aveva detto il primo «no». 


GLI INTERROGATORI
Agli interrogatori di garanzia dei giorni scorsi, tutti gli arrestati hanno fatto scena muta. Fragomeni e Camporese erano stati i primi a finire davanti al gip, venerdì, poi era toccato agli altri quattro il giorno dopo. Si attende, intanto, la convocazione del primo Consiglio comunale (che dovrebbe tenersi, salvo cambi di rotta improvvisi, il 6 febbraio) in cui verranno ufficializzate le surroghe di Zamengo e Fragomeni. A subentrare saranno i consiglieri Michael Nebradiga e Angela Carrillo.

Ultimo aggiornamento: 16:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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