Inchiesta sulla casa di riposo di Santa Maria di Sala. Quella volta che l'architetto nascose la tangente al gruppo: «Pago io, ma farò il progetto»

Emerge dall'inchiesta, infatti, che in un frangente Carraro avesse provato a fare il furbo con Zamengo e Fragomeni

Sabato 18 Febbraio 2023 di Davide Tamiello, Nicola Munaro
Le indagini sulla cricca di Santa Maria di Sala volgono al termine

SANTA MARIA DI SALA - La cricca, secondo gli investigatori, aveva ruoli ben precisi: gli ex sindaci Ugo Zamengo e Nicola Fragomeni erano il fluidificante politico, ma chi doveva fare da collettore tra le imprese e il Comune era l'architetto Marcello Carraro. Secondo la procura, infatti, era lui a dover procacciare i "clienti", a chiedere loro la tangente (o surplus per la mediazione, come veniva definito in gergo) per ottenere la variante richiesta e poi presentarli ai due ex primi cittadini.

I ruoli erano questi, che poi fossero proprio sinceri e corretti tra loro è tutto un altro paio di maniche. Emerge dall'inchiesta, infatti, che in un frangente Carraro avesse provato a fare il furbo con Zamengo e Fragomeni: il professionista, infatti, aveva fatto finta che i pretendenti di turno non avessero accettato di pagare il famoso "3%", proponendosi di saldarlo di tasca sua in cambio dell'affidamento della progettazione.

Gli accordi

Qui non si parla del caso principe dell'inchiesta, quello del terreno su cui si sarebbe dovuta costruire la casa di riposo di Santa Maria di Sala: quello il caso che ha scatenato l'indagine che ha portato ai sei arresti del 23 gennaio, che ha portato ai domiciliari i due ex primi cittadini e consiglieri comunali, il capo dell'ufficio tecnico Carlo Pajaro, i due imprenditori Battista Camporese e Mauro Cazzaro e l'architetto Carraro. È un altro affare: c'è sempre un terreno in vendita, ma è quello sui cui ha messo gli occhi l'imprenditore Pietro Semenzato, all'epoca componente del Cda dell'azienda Dimap Srl. L'accordo era che entrambi le parti dovessero pagare un obolo per la cricca, e Carraro aveva raggiunto un accordo sui 20mila euro. Quando va a riferire a Fragomeni e Zamengo, però, Carraro omette questo particolare e dice anzi che non ci saranno extra per la mediazione (cosa che, stando alle intercettazioni, lascia molto delusi e contrariati i due ex sindaci). L'architetto, però, a questo punto si offre per compensare questa cifra, in cambio dell'appalto per il progetto del capannone che si realizzerà in quel terreno. Tutto fatto, se non che l'affare salta perché il Cda della Dimap, forse avendo fiutato qualcosa di poco chiaro nella compravendita, decide di tirarsi indietro e non procedere oltre con la trattativa. Nel 2022, inoltre, la Dimap revoca a Semenzato le deleghe di consigliere d'amministrazione.

Le indagini

L'inchiesta, da un punto di vista delle indagini, veleggia verso la chiusura. Alla richiesta di arresto, tramutata in ordinanza di custodia cautelare dal giudice per le indagini preliminari Antonio Liguori, il sostituto procuratore Federica Baccaglini ha aggiunto nelle scorse settimane altre 11mila pagine di integrazione alle indagini. Intanto, dopo che il tribunale del Riesame ha confermato l'impianto della procura respingendo le richieste di scarcerazione, nelle difese si sta facendo strada l'idea di un faccia a faccia con il pm. La richiesta di interrogatorio è già stata depositata dall'avvocato Ernesto De Toni per conto del costruttore di Borgoricco Battista Camporese. E il farsi sentire dalla procura è l'ipotesi che stanno accarezzando anche l'architetto Massimo Carraro (avvocato Graziano Stocco) e l'ex consigliere di Santa Maria di Sala, Ugo Zamengo, difeso dal penalista Luigino Martellato. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci