Stupro della ragazzina e frasi choc: l'agente di Polizia rischia il posto

Sabato 1 Settembre 2018
Jesolo, controlli all'autostazione

JESOLO - Da una parte l'inchiesta giudiziaria, dall'altra la bufera mediatica. Lo stupro della quindicenne sulla spiaggia di Jesolo continua a essere un caso nazionale non solo per la gravità dell'episodio in se stesso, ma anche per i post a dir poco esecrabili attribuiti a un poliziotto in servizio al commissariato di Adria nel rodigino, denunciati da Selvaggia Lucarelli sul suo seguitissimo blog: in sintesi, la ragazzina se l'è cercata ed è inutile piangere dopo.

Ieri Mohamed Gueye, il 25enne senegalese accusato di violenza sessuale aggravata e rinchiuso in una cella di Santa Maria Maggiore, ha ricevuto la visita del suo avvocato di fiducia, Jacopo Stefani. Il legale, che sta ancora valutando quale linea difensiva adottare, lunedì deciderà se presentare o meno ricorso al tribunale del Riesame al fine di ottenere una mitigazione della misura detentiva. Il giovane, padre di una bambina avuta con una ragazza veneziana, ha ammesso il rapporto sessuale ma precisando che la vittima era consenziente e che a lui aveva detto di essere maggiorenne. Tuttavia gli elementi raccolti dalla Squadra mobile lagunare farebbero emergere uno scenario molto diverso tanto da portare prima il pm a emettere il fermo e poi il gip a convalidare l'arresto e disporre la custodia in carcere.

IL POST Fin qui appunto l'inchiesta. Ma adesso a far clamore sono, come detto, le esternazioni social ricondotte all'agente Mauro Mistro, che prima di tutto offendono la divisa indossata e infanga l'immagine di tutta la polizia. E se l'Amministrazione da cui dipende assicura di avere «trasmesso gli atti agli uffici competente affinché venga valutato con immediatezza ogni profilo di responsabilità disciplinare» le reazioni di condanna e le prese di distanza si susseguono. Anche e soprattutto a Jesolo. A partire dal sindaco che fin dall'immediatezza del fatto ha annunciato che il Comune si sarebbe costituto parte civile nel processo.

IL SINDACO «Non capisco come un poliziotto che - attacca Valerio Zoggia - dovrebbe aiutare le persone, specie le vittime di un reato, rassicurarle e tutelarle possa solo pensare certe enormità, figuriamoci addirittura scriverle. Ho l'impressione che la gente creda che facebook sia come il bar sotto casa, in cui magari dopo aver alzato un po' il gomito, non hai più la lucidità sufficiente per calibrare le fesserie che dici. Sia chiaro non voglio giustificare nulla, anzi. Tanto più un poliziotto che per primo dovrebbe dare il buon esempio e invece rovina anche i tanti colleghi, la stragrande maggioranza, che in maniera professionale e seria, ogni giorno si impegnano a favore dei soggetti più esposti, più fragili, più indifesi. Guai se si viene a perdere la fiducia nelle forze dell'ordine. Mi auguro che nei confronti di questo personaggio vengano adottati dei provvedimenti esemplari perché non si possono tollerare, lo ripeto, tutori della legge che ragionano in questo modo». 

IL POLITICO Durissimo anche Salvatore Esposito, coordinatore di Sinistra Italiana a Jesolo, che auspica la massima chiarezza sui commenti postati e nel contempo disposizioni severe nei confronti del responsabile: «Mi chiedo come si possa arrivare a certi livelli afferma se confermate queste sono dichiarazioni allucinanti, ancora più gravi in quanto scritte da un uomo che indossa la divisa di servitore dello Stato. Credo che si stia superando il limite e questa è la dimostrazione del vuoto lacerante che attanaglia il nostro paese nel suo complesso».
Il profilo fb di Maistro nel frattempo è stato cancellato.

E il Codacons, una delle associazioni dei consumatori, non fa sconti dichiarando che: «Se sarà confermato essere l'autore dei messaggi, sarà inevitabile procedere con il licenziamento», in quanto i suoi post gettano discredito sulla polizia di Stato e sui poliziotti italiani.

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