VENEZIA - L’avvio delle procedure per ottenere dal giudice un decreto ingiuntivo contro la cooperativa sociale Codess per ottenere la corresponsione di circa 600 euro per ognuno dei circa 90 dipendenti in servizio Al Centro servizi per anziani dell’istituto Stella Maris degli Alberoni.
IL CONTENZIOSO
Sul piatto balla una cifra complessiva di circa 54 mila euro, che secondo i lavoratori sarebbero dovuti in base al contratto di secondo livello, ma non ancora corrisposti. Ieri i delegati sindacali hanno effettuato un presidio al mercato del martedì allo scopo di informare la cittadinanza sullo “stato di agitazione” e il rischio di sciopero dei lavoratori dello “Atella Maris”. Al presidio erano presenti, con le bandiere dei sindacati in segno di mobilitazione in corso, Carlo Alzetta per la Cisl, Cristiano Zanetti (Cgil) e Federica Bonaldo (Uil) La mobilitazione coinvolge una novantina di dipendenti assunti con contratto Uneba e riguarda diversi profili professionali (operatori sanitari, psicologi, fisioterapisti, ma anche personale amministrativo e di segreteria). Praticamente la quasi totalità dei punti di riferimento che garantiscono il funzionamento della struttura, eccezion fatta per il personale infermieristico che è assunto con un altro tipo di contratto e perciò non sono coinvolti direttamente nella mobilitazione.
Codess Sociale è un “colosso” con un fatturato di circa 110 milioni di euro e 4.500 dipendenti in Italia. Per la vertenza del Lido ballano “appena” 54mila euro, cifra per il 2023 non insormontabile per un bilancio di questo volume. Che però ha causato uno strappo deciso tra azienda e lavoratori. Così dopo due incontri tra sindacati e azienda, a metà gennaio e ai primi di febbraio si è arrivati anche in Prefettura. Codess non vorrebbe riconoscere l’importo integrativo ai lavoratori (circa 450 euro a dipendente su base annua) e tra le motivazioni avrebbe anche attribuito questa decisione al momento non facile di forte contrazione economica. Per i lavoratori, invece, si tratta di un diritto che fa parte integrante del contratto di lavoro, e per questa ragione né rivendica il diritto. Come andrà a finire? L’auspicio di tutti è che dopo questo ulteriore strappo si possa arrivare a una ricomposizione della vicenda in modo bonario. Intanto però, il duello passa sul campo delle carte bollate.