Stefano Zecchi candidato sindaco di Venezia per il Partito dei Veneti

Mercoledì 12 Febbraio 2020
Stefano Zecchi a Mestre
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VENEZIA Elezioni di maggio: il Partito dei Veneti, nato dall'unione delle formazioni indipendentiste, candida a sindaco di Venezia Stefano Zecchi.

Il filosofo, opinionista e docente universitario  Stefanio Zecchi, 74 anni, veneziano, ha studiato a Venezia al Liceo Marco Polo e successivamente ha tenuto per anni la cattedra di Filosofia Teoretica all'Università di Padova. Ha insegnato in varie Università italiane e straniere.

«Accolgo con favore l'invito da parte del Partito dei Veneti di candidarmi, condividendo la loro idea di amministrazione della città; Venezia Capitale europea - spiega Stefano Zecchi annunciando oggi 12 febbraio a Mestre la sua candidatura a sindaco - pensiamo a Venezia come Capitale europea e il Veneto come area metropolitana di questa Capitale europea, un'area integrata e perfettamente inserita nel contesto europeo.

L'idea, dunque, della Grande Venezia (che ricorda la Greater London) con tutto quello che ciò comporta in termini di politica dei trasporti, dei servizi e delle infrastrutture. Questo sarà il nostro messaggio principale nella campagna elettorale per le comunali e per le regionali».

«La mia candidatura a Sindaco della città di Venezia interpreta un pensiero e un'esigenza internazionale in grado di affrontare un problema di carattere locale che, tuttavia, esige con urgenza la presa di coscienza collettiva per amministrare un bene che oltrepassa i confini cittadini, un bene su cui sono rivolti gli occhi di tutto il mondo: la nostra Venezia che attende nuove risposte ai suoi problemi antichi», spiega Zecchi. «Venezia sollecita l'abbandono di un'idea amministrativa ordinaria, legata alla contingenza, a una burocrazia asfissiante ben nota al nostro Paese. La città deve essere gestita superando le logiche dell'interesse personale, quelle che degradano la politica rendendola inadatta a cogliere i reali bisogni e le vere speranze dei cittadini. Questa è la nostra sfida: una politica per la città che non sia succube di decisioni legislative utili solo a retoriche mediatiche che alla fine risultano ostili a una cultura del cambiamento», sottolinea.

«Può una nuova amministrazione, un nuovo gruppo dirigente composto da persone di cultura preparate nei singoli campi del sapere e dell'operare guidare un nuovo corso politico? Può Venezia, simbolo universale della civiltà di questo pianeta, testimone della grandezza creativa dell'uomo, riporre le sue speranze in uno scatto morale con il cuore aperto a un nuovo Rinascimento dove la bellezza e il bene orientino il fare e siano perfino la bussola di un Paese in cerca d'identità? Una chiamata inedita e autentica per una politica guidata e illuminata da una classe dirigente, i cui protagonisti non siano mestieranti, praticanti dei social, professionisti di dubbia origine, ma abbiano attraverso le loro esperienze, studio e amore del sapere la capacità di riporre al centro la passione per Venezia, per la sua difesa e il suo sviluppo, la devozione per la sua storia e il rispetto della dignità dei suoi cittadini».


 

Ultimo aggiornamento: 13:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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