Stazioni Fs, pioggia di milioni su Mestre e Verona per adeguarle ai flussi crescenti di utenza, anche in vista Olimpiadi di Cortina

Venerdì 10 Dicembre 2021
Da wikipedia gli scali di Mestre e Verona

VENEZIA - Si è svolto a palazzo Balbi, sede della Giunta regionale del Veneto, un incontro convocato dalla vicepresidente della Regione e assessore a infrastrutture e trasporti Elisa De Berti con l'obiettivo di realizzare un aggiornamento ed un confronto sui progetti di riqualificazione delle stazioni ferroviarie di Venezia-Mestre e Verona Porta Nuova concepite come nuovi hub di mobilità urbana, anche in prospettiva delle Olimpiadi e Paralimpiadi invernali di Milano Cortina 2026.

Maxi flusso utenti previsto

All'incontro hanno partecipato i rappresentanti di Rfi, della Fondazione Milano Cortina 2026 e quelli dei comuni di Venezia e Verona. «Le stazioni ferroviarie di Venezia-Mestre e Verona Porta Nuova rappresentano due snodi fondamentali in vista dell'appuntamento del 2026. In previsione di un afflusso consistente di persone, si dovrà concretizzare un'integrazione di tutte le modalità di trasporto ed un coordinamento per far sì che l'arrivo a Cortina possa realizzarsi con precisione e puntualità - ha affermato la vicepresidente De Berti -. Venezia-Mestre e Verona hanno un ruolo strategico che prescinde tuttavia dalle Olimpiadi e che si inserisce in un contesto più generale, che impone per Mestre un dimensionamento dello scalo adeguato al numero di utenti notevolmente aumentato negli anni, e per Verona una considerazione di respiro ancora diverso, legata alla realizzazione dell'Alta Velocità».

125 milioni sul piatto

«Il valore degli investimenti previsti per gli interventi di riqualificazione corrispondono a 50 mln di euro per Verona e 75 mln di euro per Mestre - prosegue la vicepresidente -.

Sono cifre che impongono la definizione di un cronoprogramma che consenta di sfruttare al meglio i tempi e di fare in modo che gli investimenti fatti per il territorio siano valorizzati il più possibile. In particolare, in entrambi i casi gli interventi prevedono un orizzonte temporale che non necessariamente coincide con quello delle Olimpiadi. Credo sia quindi necessario un coordinamento complessivo tra Regione, Rfi, Fondazione e comuni, che definisca i compiti di ciascuno e che ipotizzando un'anticipazione o una diversa organizzazione dei lavori, consenta di arrivare preparati all'appuntamento del 2026», ha concluso De Berti.

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