MESTRE - È in carcere dallo scorso anno con l’accusa di estorsione ai danni del convivente, al quale voleva imporre, con ripetute violenze e minacce, il versamento di 50 mila euro per lasciare definitivamente la sua abitazione, a Favaro Veneto, a conclusione di una relazione a dir poco tempestosa. Sotto accusa è finita una cinquantottenne originaria della Repubblica Dominicana che ora la Procura vuole processare. L’udienza preliminare era fissata ieri mattina, ma il giudice è stato costretto a rinviarla al prossimo 1 febbraio a causa dell’assenza per malattia del difensore, che ha già chiesto il processo con rito abbreviato. L’uomo, assistito dall’avvocato Marco Marcelli, ha deciso di non costituirsi parte civile contro la ex compagna.
L’AGGRESSIONE
L’episodio più grave risale al febbraio dello scorso anno: la polizia chiamata a Favaro Veneto, trovò il padrone di casa con le mani imbrattate di sangue per aver dovuto disarmare la convivente che, armata di coltello, aveva cercato di colpirlo. L’uomo spiegò agli agenti che l’aggressione era conseguente alla mancata corresponsione di 50 mila euro che la donna pretendeva da lui come una sorta di “buona uscita” per lasciare definitivamente la sua abitazione, a conclusione di una relazione sentimentale alquanto burrascosa. La donna aveva concesso una rateizzazione, pretendendo il versamento di 150 euro al mese, ma l’uomo si rifiutava di pagare.
Nella denuncia presentata nei giorni successivi, l’uomo riferì di aver conosciuto la dominicana nel 2011, dopo che si era separata dal marito con il quale aveva avuto un figlio. La donna non aveva un’abitazione e così si trasferì ad abitare a Favaro Veneto. La relazione si concluse nel 2017, ma la donna restò nell’abitazione di Favaro.
ATTI PERSECUTORI
«Mi ricattava continuamente di farmi del male se non gli avessi dato dei soldi», ha raccontato il sessantunenne, aggiungendo che ogni volta che cercava di opporsi la donna metteva in atto azioni violente e minacciose: gli infliggeva tagli sulle braccia con coltelli da cucina, rompeva gli specchietti retrovisori della sua autovettura, minacciava di gettargli addosso acqua bollente e chiamava il negozio nel quale lavorava per metterlo in difficoltà.
Nel 2015, a seguito di comportamenti violenti, la donna fu oggetto di un provvedimento dell’autorità giudiziaria di allontanamento dalla casa familiare. Successivamente la cinquantottenne ha patteggiato 6 mesi di reclusione per il reato di atti persecutori in relazione ad una serie di minacce con il coltello ai danni del compagno.
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