Calcio. Il Venezia torna a giocare allo stadio Penzo dopo 20 anni: si riscrive la storia

Domenica 19 Settembre 2021 di Marco De Lazzari
Calcio. Il Venezia torna a giocare allo stadio Penzo dopo 20 anni: si riscrive la storia

Oggi alle 15 il fischio d'inizio di Venezia-Spezia finalmente tra le mura di casa dopo i lavori di restauro e adeguamento dell'impianto ai parametri della serie A. Il massimo campionato italiano rimette piede a Sant'Elena dopo quasi vent'anni.

VENEZIA - Alle ore 15 il fischio d'inizio a lungo sognato, aspettando il suggello di una vittoria da ricordare. Il Venezia ritrova il Penzo e il Penzo ritrova la Serie A, oggi pomeriggio in occasione del già importantissimo scontro salvezza con lo Spezia.

Il massimo campionato italiano rimette piede a Sant'Elena dopo 7.084 giorni e 1.012 domeniche, vissute in laguna sulle montagne russe. Quasi due decenni con altrettante ripartenze dal dilettantismo, troppo spesso con pochi intimi sugli spalti, nondimeno in occasione delle vittorie che pur non sono mancate. Sofferenze e attese all'improvviso sembrano aver avuto tutto il senso del mondo, perché del Venezia si stanno riaccorgendo un po' tutti. Gli arancioneroverdi sono di nuovo protagonisti in Serie A e tornano, col vento in poppa dopo il pesante colpaccio di Empoli, in un Penzo off limits dal 15 febbraio 2020 a causa della pandemia. E curiosamente anche quell'ultima partita a porte aperte (per quanto al cento per cento e non solo a metà capienza come ora) era stata disputata contro una ligure, la Virtus Entella che rimontò due volte Modolo e compagni, beffandoli sul 2-2 al 92'. 


NUOVA VITA

Dopo 108 anni di glorioso servizio il Sant'Elena mostra un po' meno i segni del tempo, grazie al restyling finanziato interamente per una cifra al momento compresa tra i 4 e i 5 milioni di euro (rispetto ai tre previsti all'apertura del cantiere il 28 maggio scorso) dal presidente Duncan Niederauer e dai suoi soci made in Usa. Uno sforzo notevole e tutto fuorché scontato, in totale controtendenza rispetto a tutte le più recenti gestioni del principale club calcistico del territorio. Da Zamparini a Dal Cin, dai Poletti a Korablin fino a Tacopina, tutti hanno sempre favoleggiato di un nuovo stadio a Tessera rimasto una chimera. Progetto per il momento accantonato da Niederauer che ha preferito spendere, augurandosi possa trattarsi davvero di un investimento (e non solo di un regalo ad una città in grave e storico ritardo nell'impiantistica), con l'obiettivo di ridare dignità al Penzo portandolo nel 2021. Uno stadio destinato del resto, chissà per quanto tempo ancora, a rimanere la casa dell'auspicato grande calcio arancioneroverde. Prospettiva volenti o nolenti senza alternative, ma che al tempo stesso fa pendere giocoforza sulla società stessa e sulla squadra la (pesante) spada di Damocle di renderlo un po' meno irraggiungibile, a suon di risultati positivi e di prestazioni mai senza quell'animus pugnandi che è il vero marchio di fabbrica del calcio di Paolo Zanetti. 

OCCASIONE

Tanto per cominciare oggi sugli spalti dovrebbero accorrere in almeno 4.000 (tutti muniti di Green pass), a fronte di una capienza consentita di 5.575 posti anziché gli 11.150 appena riconquistati e, soprattutto, decisivi per giocare in deroga in isola nella corrente stagione. Di sicuro conquistare tre punti varrebbe doppio, per far visita al Milan nell'infrasettimanale di mercoledì 22 a San Siro e ospitare lunedì 27 il Torino (entrambe alle ore 20.45) con meno patemi. Contro lo Spezia, che dopo tre giornate ha un solo punto all'attivo rispetto ai tre dei padroni di casa, il Venezia ha l'occasione di vincere due gare consecutive in Serie A. Un evento che non si verifica da oltre 22 anni, da quando il team di Walter Novellino nell'aprile '99 rifilò un doppio 1-0 al Cagliari (firmato Recoba) e in trasferta al Piacenza (Maniero). Adesso i nuovi beniamini, o per lo meno candidati tali, si chiamano Henry ed Okereke, francese il primo e nigeriano il secondo, decisivi sabato scorso nel 2-1 del Castellani. Da qui il Venezia inizia a scrivere una pagina della propria storia, tutta nuova ma sempre al Penzo. 

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