Venezia, la battaglia per l'eredità dello squero di San Trovaso

Mercoledì 9 Febbraio 2022 di Davide Scalzotto
Venezia, la battaglia per l'eredità dello squero di San Trovaso

VENEZIA - Il futuro dello squero Tramontin, il più antico di Venezia, sta per diventare un caso.

L'eredità di uno dei simboli di Venezia è nella morsa di un contenzioso pronto ad esplodere anche a livello politico, con consiglieri di maggioranza e di opposizione, compresa la stessa amministrazione, pronti a prendere in mano una vicenda intricata.


La morte del maestro Roberto Tramontin

Tutto parte dalla morte di Roberto Tramontin, grande maestro d'ascia, scomparso a 63 anni il 7 novembre 2018. Con la sua vita di fatto terminava anche quella della storica ditta Roberto Tramontin & figli, fondata il 2 febbraio 1884 da Domenico Tramontin e proseguita fino al arrivare a Giovanni e a Nedis, il padre di Roberto. Una saga passata nello squero di San Trovaso, di proprietà del'Istituzione Veneziana, ente regionale, al quale la ditta pagava un affitto mensile a canone agevolato (circa 1400 euro al mese). A raccogliere l'eredità di Roberto furono le figlie, Elena ed Elisabetta. In ballo c'era la prosecuzione dell'attività dello squero, ovvero la costruzione di gondole, vero tesoro d'eccellenza non solo per la famiglia, ma anche per tutta la città. Ma soprattutto c'era anche il subentro nel contratto di affitto dello squero. Le figlie di Tramontin ottennero dall'Ipab l'intestazione del contratto di affitto con uno sconto del 30 per cento (circa mille euro al mese) per compensare alcuni lavori di manutenzione e messa a norma che si sarebbero dovuti fare. Ma restava il vincolo di destinazione, ovvero la realizzazione di gondole. Nel gennaio 2019, grazie all'intervento del sindaco Luigi Brugnaro e dell'assessore Simone Venturini, oltre che alla disponibilità del presidente dell'Ipab Luca Segalin, venne annunciato il salvataggio dello squero e la prosecuzione dell'attività cantieristica, grazie all'affidamento del maestro d'ascia Matteo Tamassia di tutta la parte cantieristica.


Contratto di affitto dello squero

Il contratto d'affitto però non fu intestato ala ditta Roberto Tramontin & figli, ma a Elena ed Elisabetta. Si discusse anche della possibilità di costituire una società in cui Tamassia fosse socio delle due sorelle al 50 per cento, ma non se ne fece nulla e Tamassia iniziò a lavorare nello squero. L'accordo però durò poco. Il maestro d'ascia dopo pochi mese se ne andò. Pare perché non condivideva la conduzione dello squero, diviso tra la vocazione cantieristica (vincolata da un punto di vista morale, ma non solo, dall'impegno di proseguire la tradizione di famiglia perpetuata da Roberto) e quella più commerciale, visto che lo squero via via era stato destinato a ospitare eventi, visite guidate, comitive turistiche. Insomma, l'eterno conflitto tra la Venezia delle tradizioni e la Venezia showroom aveva trovato nello squero un punto di frizione.

Squero subaffittato?

Conclusa la collaborazione con Tamassia e dopo una lunga pausa, nella produzione cantieristica sono arrivati due 40enni: Silvia Scaramuzza e Francesco Stenghel, cresciuti alla scuola di Gianfranco Vianello Crea. I due hanno ripreso in mano l'arte di Tramontin con la produzione di gondole di grande finitura, al punto di arrivare a ottenere dal Comune la commessa per costruire e mantenere le mascarete comunali per le regate.
Ma è qui che ora rischia di scoppiare un caso. Tutto ruota sempre attorno alla vocazione dello squero e all'affitto. Perché amministratori comunali, consiglieri, la Regione e i veneziani che finora hanno seguito le vicende dello squero, vogliono vederci chiaro. Vogliono cioè capire quali siano i rapporti tra i due nuovi squerarioli e le sorelle Tramontin, intestatarie del contratto di affitto. Se vi sia stato, all'insaputa della proprietà, un subaffitto da parte di queste ultime e quali condizioni (pratica non prevista dal contratto con la Ipab) o se vi sia stata una cessione di ramo d'azienda, nel qual caso però ci dovrebbe essere stato anche un subentro nella titolarità del contratto o la ridefinizione degli accordi, che non c'è stata. E una segnalazione sarebbe anche arrivata alla Guardia di Finanza. Intanto lo squero vive una sorta di crisi d'identità, sospeso tra la vocazione cantieristica eredità dei Tramontin e quella più museale ed espositiva.

Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 09:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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