SPINEA - «Un urlo, poi quei rantoli. È stato orribile, non riesco a togliermi quei rumori dalla testa. Erano gli ultimi attimi di vita di Lilia». C'è qualcuno, in quel condominio di via Mantegna 4 a Spinea, che quella notte ha sentito distintamente che stava accadendo qualcosa in quell'appartamento al primo piano. R.B. è la vicina che per prima ha dato l'allarme: «Non volevo intervenire, non volevo entrare in questa bolgia di testimonianze, ma ho letto sui giornali che c'è stata una lunga lite. Non è così: non c'è stata un'escalation, non c'è stato un litigio. Quelle urla sono scoppiate dal nulla».
L'allarme
Urla che hanno spinto la donna e il marito a chiamare i carabinieri. «Sono arrivati nel giro di pochi minuti, ma nel frattempo non si sentiva più nulla e hanno fatto delle verifiche. Ma poi non so più nulla, sono tornata a letto. Non so cosa sia successo dopo. La mattina ci siamo svegliati con i carabinieri che ci hanno fatto domande e poi con estrema delicatezza ci hanno spiegato cosa era avvenuto. Ci hanno ringraziato per aver chiamato e ci hanno detto che eravamo stati gli unici. Questo è successo. Volevo solo precisare che sì, se pur gli unici, abbiamo allertato chi di dovere appena capito che c'era una persona in difficoltà».
Sotto choc
Lo choc per l'accaduto è enorme per la donna. Di fatto, la sua testimonianza è la prova, per le autorità, dell'ora dell'omicidio: mezzanotte e quaranta. Da quel momento, Alexandru ha detto di essere svenuto e di aver chiamato il 113, poi, al suo risveglio, alle 5 del mattino. «Io e mio marito siamo profondamente scossi e penso passerà del tempo, molto tempo, per riuscire a superare quello che è successo. Probabilmente quando erano arrivati i carabinieri Lilia era già morta, io ho quegli ansimi nella testa 24 ore su 24.
Questo nonostante in passato fosse successo che Alexandru, in particolare, avesse avuto a che ridire con qualche condomino per le sue abitudini poco da buon vicinato, come alzare la musica (o la voce) anche a tarda ora. «Sì è successo un paio di volte - conferma R.B. - l'ultima volta era tardi e la musica era alta, io ero scesa e avevo detto che se non avessero smesso avrei chiamato i carabinieri. Mi aveva aperto lei e mi aveva chiesto scusa. Avevano abbassato e non era mai più successo. Nemmeno a capodanno».