Spiagge, il Governo non le riapre: «Non si può aspettare, molte attività rischiano di restare chiuse»

Martedì 5 Maggio 2020 di Giuseppe Babbo
Spiagge, il Governo non le riapre: «Non si può aspettare, molte attività rischiano di restare chiuse» (Foto di Michael Kleinsasser da Pixabay)
JESOLO - Chi si aspettava delle risposte certe è rimasto deluso. Ancora nessun protocollo sanitario su come dovrà essere affrontata l'estate 2020 nelle spiagge e soprattutto nessuna data per l'inizio della stagione balneare. Si è svolto ieri pomeriggio l'atteso incontro tra il G20s e la sottosegretaria al turismo Lorenza Bonaccorsi.

Un vertice straordinario appositamente convocato per programmare la riapertura delle spiagge che però ha lasciato ancora una volta in sospeso molte questioni. Ed è per questo che i sindaci delle più importanti spiagge italiane, al termine del confronto, hanno deciso di avviare il primo atto di forza, indicando il prossimo primo giugno come termine massimo per far partire la nuova stagione. «Il problema commenta Pasqualino Codognotto, presidente della Conferenza dei sindaci della costa veneta è che ad oggi ancora non esiste un protocollo sanitario su quello che si può fare in spiaggia e negli hotel.

Ci è stato spiegato che il Governo è al lavoro con il comitato tecnico scientifico per redigere questo famoso protocollo: l'intenzione è quella di presentarlo entro la fine di questa settimana o al massimo per i primi giorni della prossima. Speriamo sia effettivamente così, noi abbiamo bisogno di certezze per organizzarci. Di fondo poi rimane una domanda: nelle ultime settimane lo stato si è attivato per mettere in sicurezza, e quindi permettere una ripartenza, il settore industriale e i trasporti. Perché non ha fatto lo stesso per il turismo? Anche noi siamo un'industria, partecipiamo al Pil nazionale e garantiamo occupazione. È impensabile essere arrivati alla fase 2 in queste condizioni».

POCHE INDICAZIONI
Concetti che secondo il G20s, si rafforzano ulteriormente con la mancata indicazione di una data certa sull'inizio della stagione. «La sottosegretaria, che ringraziamo per averci ascoltato aggiunge Codognotto ci ha spiegato che ad oggi non c'è una data di inizio stagione perché tutto dipenderà da come si evolverà la curva dei contagi nelle prossime due settimane. In pratica, la volontà del Governo è quella di capire cosa accadrà nei prossimi 14 giorni. Anche in questo caso per noi si tratta di una scelta impensabile, abbiamo bisogno di una data certa per programmare le aperture, i vari interventi sugli arenili e dare delle risposte agli ospiti che continuamente chiedono informazioni. Abbiamo deciso di fare una forzatura: invieremo al Governo una comunicazione per indicare il primo giugno come termine massimo per avviare la stagione balneare. Se non si partirà entro quella data, molte attività rischiano di non aprire e la stagione rischia di essere compromessa.

E se ciò accadesse le ripercussioni a livello occupazionale rischiano di essere pesantissime. Non vogliamo apparire irresponsabili, chiediamo semplicemente di poter fare ciò che è possibile, ci servono solo delle indicazioni precise».

Durante il confronto la sottosegretaria ha assicurato che si farà portavoce delle istanze nei tavoli di lavoro del governo, assicurando il sostegno alle imprese e ai lavoratori stagionali, in questo caso anche con delle integrazioni per chi fino ad oggi è stato escluso dai bonus. Ma in ogni caso la delusione tra i sindaci non manca. Particolarmente combattiva la sindaca di Cavallino-Treporti Roberta Nesto, che aveva richiesto l'incontro. «Ci aspettavamo delle risposte ammette che non sono arrivate. Il timore di tutti è che a settembre ci siano diversi problemi, economici e sociali. Se la data del primo giugno non verrà presa in considerazione, la mia proposta sarà quella di andare a Roma a protestare assieme agli altri sindaci». Deluso anche Valerio Zoggia: «Il Governo commenta vuole aspettare altre due settimane prima di fissare una data di inizio stagione. Se così fosse significherebbe arrivare al 18 maggio e partire per il primo giugno sarebbe impossibile». 
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