Speedline, feste in presidio davanti alla fabbrica: «Qui da una vita, non molliamo»

Sabato 25 Dicembre 2021 di Paolo Guidone
Speedline, feste in presidio davanti alla fabbrica: «Qui da una vita, non molliamo»

SANTA MARIA DI SALA - Sono diventati un simbolo, su molti fronti: quello economico, con una proprietà straniera che vuole chiudere per delocalizzare, quello politico e sociale, con una delle maggiori aziende veneziane che è divenuta presidio da difendere sul piano del lavoro. I lavoratori della Speedline di Santa Maria di Sala, 650 famiglie più o meno, diventano ora simbolo di questo Natale, che per loro significa restare appesi a un'occupazione che vogliono salvaguardare.

In queste ore c'è stata anche la disponibilità di altre aziende venete di dare un posto a queste persone, di garantire loro un futuro. Perché il presente, per loro, è fatto di preoccupazione e di un presidio che, all'esterno della fabbrica, andrà avanti per tutte le festività


LE VOCI

«Sarà un Natale sicuramente diverso dagli altri , con molta apprensione per le sorti dell'azienda e della mia famiglia. Mezza giornata la passerò a casa mentre l'altra mezza la dedicherò al presidio», racconta Mauro Bergamin, dal 1992 carrellista del reparto verniciatura della Speedline . Questo significa che gli ultimi 29 dei suoi 44 anni li ha trascorsi facendo ogni mattina la spola tra Campagna Lupia, dove vive con la moglie a la figlia quindicenne e lo stabilimento di Santa Maria di Sala, dove ora si dà il cambio con i colleghi di lavoro per mantenere attivo il presidio davanti ai cancelli della fabbrica in modo da impedire ai mezzi pesanti di caricare il prodotto finito, ovvero quei cerchi in lega per auto di lusso che sono l'orgoglio degli addetti che entro un anno rischiano di vedersi recapitare la lettera di licenziamento.
«Il mio ciclo lavorativo l'ho trascorso interamente alla Speedline - ricorda Mauro - alla quale ho dato tanti anni della mia vita credendo molto in quello che facevo per l'azienda e tutt'ora continuo a crederci anche se non capisco il senso di tutto ciò che sta avvenendo e ho l'impressione che la nuova dirigenza di Ronal voglia deliberatamente affossare tutte le competenze che noi tutti abbiamo acquisito in tanti anni di lavoro». Da quando è arrivata come un fulmine a ciel sereno la notizia della possibile delocalizzazione della produzione in Polonia la consueta verve ed il buon umore che hanno sempre contraddistinto Mauro si sono improvvisamente e comprensibilmente appannati.
«Nei reparti in questo momento non c'è un bel clima, ci sono colleghi che non dormono la notte. Aver saputo con un anno di anticipo che la Speedline potrebbe chiudere è molto logorante e demotivante e in questi giorni a casa cerco di non portarmi dietro i problemi che stiamo vivendo in fabbrica per evitare di mettere la mia famiglia in apprensione , ma di certo mia moglie e mia figlia mi vedono particolarmente stressato ,anche perché l'anno scorso , lavorando entrambi, io e mia moglie abbiamo deciso di compiere il grande passo di acquistare casa e mi sono impegnato per molti anni con un mutuo piuttosto oneroso. Ed ora mi domando fino a quando potrò continuare a pagarlo».


NATALE DA DIMENTICARE

«Sarà un Natale molto triste, da dimenticare osserva Roberto , 56 anni sposato con tre figli, di cui uno appena assunto alla Speedline con un contratto interinale, da 28 anni collega di reparto ( e di presidio) di Mauro perché qui ci sono famiglie con mutui e rate da pagare che non sanno più cosa fare. Pensavamo di lavorare in una fabbrica molto solida e che ci garantiva una certa sicurezza ed ora ci siamo trovati all'improvviso a prendere questa sberla dalla Ronal. È stato un bel regalo di Natale che in famiglia abbiamo ricevuto sia io che mio figlio ed in queste condizioni non so come faremo a tirare avanti perché trovare un altro lavoro non sarà semplice».

 

Ultimo aggiornamento: 16:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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