L'ombra dello spaccio sulle spaccate nei negozi: assalti per lasciare campo libero ai pusher

Oggi vertice straordinario del Comitato sicurezza: all'ordine del giorno l'escalation di furti nei locali

Martedì 21 Febbraio 2023 di Davide Tamiello
Spaccate nei negozi di Mestre

MESTRE - È diventato il fenomeno di microcriminalità del momento. Le spaccate ai negozi in città non accennano a diminuire, nelle ultime due settimane le forze dell'ordine ne hanno registrata quasi una per notte. Una raffica di furti che, da novembre, non sta dando tregua a commercianti e organi di pubblica sicurezza: per questo motivo il prefetto facente funzioni Piera Bumma (dopo il pensionamento di Vittorio Zappalorto, a fine gennaio, il Ministero al momento non ha ancora nominato il suo sostituto) ha convocato per oggi i vertici delle forze di polizia per un Cosp (Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica) sul tema.

Le iniziative non sono mancate, a dire la verità, in questi ultimi mesi: il sindaco, per esempio, ha promesso di risarcire i negozianti dai danni per le vetrine in frantumi. Polizia, carabinieri e polizia locale hanno potenziato i servizi di controllo e, in un paio di occasioni, gli "spaccavetrine" sono anche riusciti a prenderli. Il problema è che queste misure si sono rivelate dei palliativi e che i colpi non sono calati nemmeno per un secondo: dunque non si tratta di un ladro (o più) seriale, ma di un fenomeno a largo raggio che, a questo punto, richiede un'analisi più profonda e dettagliata.

SBANDATI
La principale pista investigativa è stata sempre una: sbandati. Sono sempre più numerosi, sono sempre più insistenti, e molti di questi un anno fa si erano già messi in mostra durante il periodo degli assalti alle auto in sosta (tra via Piave, via Premuda, e via Monte Nero ne erano avvenuti una sessantina nel giro di poche settimane). In pochi credono che si tratti dell'opera di professionisti: in questi furti si raccatta il minimo indispensabile, poche decine di euro tra monetine raschiate dal fondo cassa e poco altro. Anche perché i negozianti, per difendersi, hanno iniziato a prendere le loro contromisure: c'è chi lascia la cassa fuori dal negozio, c'è chi abbassa le serrande tenendo però la porta aperta, c'è chi ha assunto un servizio di vigilanza privata. L'obiettivo principale è evitare il lancio del tombino sulla vetrata: cambiarla costa circa duemila euro. E c'è chi, in meno di un mese, ha dovuto chiamare il vetraio anche per due o tre volte. Per qualche motivo, nel mirino dei ladri sono finite in particolare le pasticcerie: la "Gaspari" di via Bembo ha avuto due visite sgradite in un mese, la "Loredana" di via Bissuola addirittura tre. Anche sulla selezione degli obiettivi si stanno interrogando le forze dell'ordine: una volta erano più esposti i negozi senza allarme o telecamere ma adesso neppure questi sistemi sembrano più sufficienti a fare da deterrente.

IPOTESI DIVERSIVO
Gli ultimi episodi, però, hanno messo la proverbiale pulce nell'orecchio degli investigatori. In alcuni casi, come provano anche le immagini delle telecamere, i ladri sembrerebbero proprio disinteressarsi alla merce del locale. In alcuni casi hanno addirittura rubato la cassa anche dopo aver visto che era vuota. Perché allora? L'idea che sta prendendo piede è che possa trattarsi di un'azione di distrazione da parte degli spacciatori. Molte delle spaccate, infatti, sono avvenute nell'area della stazione, del quartiere Piave, in Corso del Popolo. Motivo per cui, forse, qualcuno potrebbe aver deciso di utilizzare degli emissari per dirottare le forze dell'ordine lontano dalle zone calde del mercato della droga. A maggior ragione in questo periodo, con l'applicazione di una politica di rimpatrio di massa dei pusher: in tre mesi il dispositivo organizzato dalla Prefettura ha fatto sì che venissero espulsi circa 40 cittadini tunisini. Il rimpatrio sembra essere un deterrente molto più efficace dell'arresto, tanto che nell'ultimo periodo gli spacciatori a rischio espulsione hanno scelto di puntare soprattutto sulla vendita per appuntamento, più che per il tradizionale smercio libero da strada.
Durante il Cosp, dunque, numeri alla mano, analizzate le varie teorie sul perché dell'esplosione di questo fenomeno criminale, si deciderà che tipo di contromisure adottare.
 

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