MESTRE - Due anni e otto mesi di reclusione per l'accusa di detenzione di droga a fine di spaccio.
È la pena patteggiata ieri mattina da Francesco Tropea, il settantaduenne di origini calabresi arrestato lo scorso gennaio da carabinieri e agenti della polizia locale a conclusione di una perquisizione effettuata nella sua abitazione, a Mestre, dove furono rinvenute numerose dosi di cocaina già confezionate per lo spaccio, almeno una sessantina.
IL BLITZ
A tradire il settantaduenne era stato lo strano e continuo movimento attorno al suo appartamento, nelle vicinanze della chiesa di via Aleardi: sulla base di alcune segnalazioni le forze dell'ordine attivarono un servizio di appostamento grazie al quale convinsero che quel viavai di gente era quantomeno sospetto e decisero di intervenire. L'operazione scattò all'alba del 12 gennaio: carabinieri e vigili urbani prima bloccarono sulle scale un cliente che si stava recando da Tropea; poi decisero di entrare nell'appartamento a sorpresa.
Nella camera da letto dell'uomo trovarono, sopra le coperte, due involucri, contrassegnati da un bollino rosso, con numerose dosi di cocaina da un grammo ciascuna. I cani antidroga della polizia locale, Lapo e Coco, contribuirono a trovare la sostanza stupefacente e l'attrezzatura utilizzata per il confezionamento delle dosi.
LA STANZA DELLA DROGA
Gli investigatori evidenziarono l'esistenza di una stanza, arredata in modo spartano ma funzionale, messa a disposizione dei clienti per poter consumare la droga. All'interno furono trovati piatti ricoperti di polvere bianca, cannucce, bicchieri, tessere per sminuzzare e spandere la polvere, tovaglioli per pulirsi. Il settantaduenne si è difeso sostenendo che lo stupefacente era per uso personale, ma comunque ha preferito chiudere il processo chiedendo il patteggiamento.