CHIOGGIA - Si muore in battaglia anche su un letto di ospedale. Si muore di guerra dopo essere stati in missione di pace. Si muore ammazzati dall’uranio impoverito senza essere riconosciuti come vittime del dovere, senza che lo Stato ammetta il tuo sacrificio. Luciano Cipriani, 47 anni, è morto in gennaio dopo aver prestato servizio come maresciallo dell’aeronautica in Kosovo, Albania, Afghanistan, ovunque c’erano paesi bombardati e vite da ricostruire. Ci ha rimesso la sua, di vita, per quel lavoro, come altri 331 militari italiani, se si accoglie la triste contabilità dell’Osservatorio Militare, una organizzazione non governativa che segnala casi di oltre 3.600 reduci italiani dalle "missioni di pace" ammalati di tumore. A Chioggia - dove è nata sua figlia - ha lasciato una sorella, Maria Grazia, e tanti amici che lo hanno ammirato prima per la sua tranquillità nell’affrontare la malattia una volta diagnosticato il "glioblastoma multiforme", ossia il tumore al cervello...
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