Sulla pistola di Sissy «nessuna ​traccia biologica di altre persone»

Domenica 31 Marzo 2019 di Nicola Munaro
Sulla pistola di Sissy «nessuna traccia biologica di altre persone»
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VENEZIA - Sulla pistola «nessuna traccia biologica di altre persone». Perché l'unico dna trovato, e si tratta di due sole tracce ematiche nella parte latero-posteriore destra, è quello lasciato da Sissy sulla sua arma di ordinanza, la stessa che l'1 novembre 2016 aveva esploso il colpo diventato fatale due anni dopo. E poi il computer, perfettamente integro e su cui sono stati esclusi «interventi di formattazione o altre anomalie di rilevo».

Certezze scientifiche messe nero su bianco dalla relazione finale delle consulenze disposte dalla magistratura sulla pistola e sul computer di Maria Teresa Trovato Mazza, per tutti Sissy, l'agente di polizia penitenziaria in servizio al carcere femminile della Giudecca, a Venezia, morta il 12 gennaio dopo due anni di coma dovuti ad un colpo di pistola esploso mentre si trovava in un ascensore dell'ospedale Civile di Venezia, domenica 1 novembre 2016. Una relazione che sembra portare ad escludere la presenza di altre persone nell'ascensore del Civile, la mattina dell'1 novembre 2016, come sostenuto dalla procura, che ha sempre optato per l'ipotesi del suicidio di Sissy. Ma che  comunque non basta a far demordere la famiglia dell'agente Trovato Mazza, secondo cui si è trattato di un'esecuzione. Tanto che lo stesso avvocato della famiglia, Girolamo Albanese, spiega come «tali risultanze confermano la necessità di ulteriori approfondimenti sulla dinamica complessiva dell'evento, ancora non chiarita».
GLI ESPERTIA firmare la memoria conclusiva sono stati la genetista forense Anna Barbaro e l'informatico forense Angelo La Marca, nominati consulenti di parte per conto della famiglia dell'agente penitenziaria della Giudecca. Tocca agli stessi consulenti commentare il risultato delle analisi chieste dal giudice Barbara Lancieri, che a ottobre aveva respinto la richiesta di archiviazione inoltrata dal pm veneziano Elisabetta Spigarelli, titolare del caso e di un fascicolo contro ignoti per induzione al suicidio.
Per quanto riguarda le due sole tracce ematiche rinvenute, per giunta appartenenti a Sissy, gli esperti spiegano che dato «il loro posizionamento e la loro unicità si ritiene che possano derivare anche da imbrattamento nelle fasi successive all'evento. Nessuna ulteriore traccia biologica né di Sissy né di altre persone è stata rinvenuta sull'arma che è stata sottoposta a prelievi in tutte le sue componenti, impugnatura e grilletto compresi». 
Come anticipato nelle scorse settimane «l'assenza di tracce ematiche sulla canna e sul vivo di volata (la parte ultima della pistola, ndr) che nel caso di un colpo da contatto o ravvicinato rappresenta la parte della pistola dove maggiormente ci si aspetta di ritrovare tracce ematiche o residui di materiale organico, pone in dubbio l'ipotesi che il colpo sia stato sparato a contatto. Così come - continuano i consulenti - non si può escludere che l'arma sia stata ripulita, tanto meno si può escludere che eventuali tracce biologiche minime derivanti dal maneggiamento dell'arma, qualora fossero state presenti, possano essersi deteriorate nelle precedenti fasi degli accertamenti dattiloscopici e balistici, anche in ragione del tempo trascorso».
IL PC PULITO«Per quanto riguarda gli accertamenti sul pc portatile di Sissy - spiegano - gli stessi hanno escluso interventi di formattazione o altre anomalie di rilievo». Insomma, nessuno avrebbe mai messo mano al portatile dell'agente di polizia penitenziaria e la data del 25 dicembre 2007 ricomparsa all'accensione del computer, altro non sarebbe che l'effetto naturale della lunga inattività del portatile. «Rimane comunque da esperire l'analisi di tutti i files estratti dall'hard disk- concludono i consulenti di parte - che potrebbero fornire spunti utili alle indagini». Come mancano gli esiti degli accertamenti chiesti dalla procura sui telefoni e sui tabulati di quegli ultimi giorni di vita di Sissy.
Nicola Munaro
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