Chioggia. Siccità, il sindaco Armelao chiude le fontane e “detta” le regole per combattere la nuova crisi

Giovedì 6 Aprile 2023 di Diego Degan
CHIOGGIA Situazione sempre più critica sul fronte della siccità

CHIOGGIA - «Ho già chiesto a Sst di fermare le fontane comunali. Adesso tutti noi dobbiamo fare la nostra parte come privati cittadini». Il sindaco, Mauro Armelao, scende personalmente in campo per raccomandare di non sprecare l’acqua potabile. Da diversi mesi, infatti, il clima è caratterizzato da una quasi assoluta mancanza di precipitazioni e le disponibilità di acqua potabile e per l’irrigazione sono sempre più scarse anche nei fiumi Adige e Po, i maggiori d’Italia. Il rischio è che le indispensabili risorse idriche vengano meno proprio nel momento in cui servirebbero di più, d’estate, con le immaginabili ripercussioni sul sistema economico: agricoltura e turismo in primis. Già lo scorso 14 marzo il presidente Zaia aveva dichiarato lo stato di crisi idrica e ora anche il sindaco di Chioggia vuole sensibilizzare i cittadini. 
 

PREVENIRE
«Dato l’andamento estremamente siccitoso della stagione – spiega quindi Armelao - non vorrei che quest’estate ci ritrovassimo in emergenza conclamata. Durante un recente incontro tra sindaci e Veritas è stato confermato lo stato di emergenza idrica. Ricordiamoci che comportamenti messi in campo ora ci faranno passare un’estate meno difficile». E questi comportamenti “individuali” sono raccomandati anche da Veritas che, nel suo sito, ne propone diversi che si possono facilmente mettere in pratica, con un minimo di senso civico e senza troppa fatica. Si va dalle abitudini quotidiane (farsi la barba o lavarsi i denti senza lasciar scorrere l’acqua; fare la doccia anziché il bagno – si risparmiano un centinaio di litri d’acqua – magari aggiungendo un riduttore di portata all’uscita della doccia; annaffiare le piante con l’acqua di lavaggio di frutta e verdura; lavare i piatti con l’acqua di cottura della pasta, evitando così anche di immettere detersivi nell’ambiente; lavare i pavimenti con l’acqua fatta scorrere in attesa che diventi calda), alla manutenzione degli impianti (riparare i rubinetti o gli scarichi che perdono; usare dei frangigetto per miscelare acqua e aria che, con una spesa di pochi euro, fa risparmiare migliaia di litri d’acqua all’anno; utilizzare sciacquoni a rilascio differenziato), fino a comportamenti più “saltuari” come far funzionare gli elettrodomestici solo a pieno carico, che migliora l’efficienza degli utilizzi, o lavare la macchina, che può essere evitato per lunghi periodi e che spinge qualcuno a ipotizzare anche la chiusura forzata degli autolavaggi che comporterebbe (così vanno le cose) anche la istituzione di un sistema di compensazioni economiche nei confronti dei gestori di queste attività. 
 

LA POLEMICA
Tuttavia i consigli per il risparmio dell’acqua appaiono tutti giusti e praticabili a livello individuale. Ma non manca chi, anche tra i semplici cittadini, fa notare che molti “sprechi” idrici dipendono dalle pubbliche amministrazioni. Per esempio che il 40% dell’acqua che viene immessa nelle reti degli acquedotti finisce dispersa per rotture alle tubazioni. O, ancora, che non esiste, praticamente quasi da nessuna parte, un sistema di invasi che permetta di raccogliere l’acqua piovana a fini irrigui. Una situazione che sembra essere “l’eredità” di un sistema idrico pensato molti anni fa quando il cambiamento climatico era ancora nella testa di pochi e la siccità sembrava una disgrazia riservata ad altri continenti. Ma oggi che il pericolo è concreto, alcune situazioni, come «la tubatura rotta da due mesi in zona mercato ortofrutticolo, che continua a perdere» (segnalazione su facebook) o le irrisolte lungaggini burocratiche per il ponte sbarramento sul Brenta, appaiono sempre più incomprensibili. 
 

Ultimo aggiornamento: 11:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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