Libri di testo, la nuova norma farà sborsare di più ai Comuni

Venerdì 2 Giugno 2017 di Alda Vanzan
Libri di testo, la nuova norma farà sborsare di più ai Comuni
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VENEZIA - Libri di testo per la scuola primaria in Veneto: un anno dopo la riforma richiesta dal Pd, già si fa dietrofront. O, meglio, lo stesso Pd cerca di porre rimedio a una norma che anziché consentire uno «sgravio burocratico» com'era stato annunciato, sta creando non pochi problemi ai Comuni. Economici, soprattutto, visto che si lamentano costi aggiuntivi.
Tutto inizia il 16 giugno 2016 quando il consiglio regionale del Veneto discute il Collegato di semplificazione attività economiche. È in quella occasione che il Partito democratico, con il consigliere Bruno Pigozzo, presenta un emendamento sulla cedola libraria. In pratica viene previsto che a partire dall'anno scolastico 2017/2018 non saranno più i Comuni a comprare i libri di testo agli alunni delle elementari facendoli trovare direttamente in classe, ma si arrangeranno le famiglie che poi si faranno rimborsare la spesa - appunto con la cedola libraria - dai rispettivi Comuni. Va da sè che ogni famiglia si sarebbe scelta la libreria di propria preferenza e che le varie librerie dei paesi avrebbero venduto più libri, visto che prima i Comuni provvedevano facendo una gara e aggiudicando la commessa a un unico fornitore. Ecco cosa disse Pigozzo il 16 giugno 2016 per convincere della bontà della cedola libraria: «È una modalità che semplifica i passaggi, che non costringe i Comuni a fare gare d'appalto anche per piccoli importi e quindi uno sgravio burocratico non indifferente». Pigozzo spiegò che altre Regioni, compresa la Lombardia, avevano seguito la stessa strada. L'assessore all'Istruzione Elena Donazzan diede parere favorevole, idem il relatore del provvedimento Sergio Berlato: «Come potrei essere contrario?. 48 presenti, 48 sì, emendamento approvato.
Peccato che adesso ci si renda conto che la cedola libraria complica la vita ai Comuni, soprattutto i piccoli che prima con le gare riuscivano a spuntare uno sconto, mentre adesso devono pagare i libri comprati dalle famiglie a prezzo pieno. In Regione sono già arrivate lettere che lamentano il «danno economico».
È così che lo stesso gruppo del Pd, primo firmatario Pigozzo, ha presentato una proposta di legge per togliere l'obbligatorietà della cedola libraria e renderla facoltativa: Pur nella positività della norma che nasce con lo scopo di semplificare la procedura di rimborso alle famiglie a seguito dell'acquisto dei libri - recita la relazione - nella fase applicativa sono state riscontrate alcune difficoltà di gestione della pratica amministrativa, in particolare nei piccoli Comuni. Ergo, si fa retromarcia. Ma non si poteva pensarci prima? Pigozzo: «In alcuni Comuni fare la gara era troppo complicato, volevamo sgravarli. Ma a questo punto è meglio dare la doppia opzione». Ammesso che i tempi lo consentano: l'obbligatorietà della cedola libraria, infatti, per ora resta. Per toglierla bisogna approvare la leggina del Pd. Ma in fretta e furia perché settembre è alle porte.
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Ultimo aggiornamento: 09:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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