«Sesso in ufficio»: il dirigente finisce a processo

Giovedì 31 Ottobre 2019 di Nicola Munaro
«Sesso in ufficio»: il dirigente finisce a processo
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MIRANO (VENEZIA) - Per l'accusa sostenuta anche ieri dal pubblico ministero di Venezia, Giorgio Gava, il 63enne di Mirano Antonio Bonaldo, ex dirigente nel settore Ricerca e innovazione della Regione Veneto, avrebbe chiesto prestazioni sessuali a quattro dipendenti maschi della Regione in cambio di prospettive di lavoro o avanzamenti di carriera. Atti sessuali e tentata concussione le accuse formulate dalla procura che, allo scoppio dell'inchiesta, gli erano costate quattro mesi di sospensione. Le stesse imputazioni ieri hanno portato il giudice dell'udienza preliminare David Calabria a rinviare a giudizio il sessantatreenne. Il dibattimento, di fronte al tribunale collegiale, si aprirà il 2 febbraio. 
 
L'INCHIESTA E LE ACCUSEA dare la mossa all'inchiesta era stato inizialmente il racconto di un dipendente con contratto a tempo determinato, che si era rivolto al responsabile anticorruzione della Regione per esternare il suo disagio e far mettere nero su bianco la propria versione. Quella in cui raccontava di aver subito da parte di Bonaldo delle avances sessuali con la prospettiva di sistemarsi dal punto di vista lavorativo. Alla sua testimonianza si era poi aggiunta quella di altri tre colleghi, tutti assunti con contratto a tempo determinato e tutti concordi nel raccontare le stesse identiche cose. Delle testimonianze fornite all'organo interno alla Regione, era stata informata anche la procura che - raccogliendo a sua volta racconti e testimonianze - era andata alla ricerca di altri riscontri riuscendo a riannodare i fili e costruire un capo d'accusa per tutti gli episodi testimoniati dai quattro dipendenti.
Il primo degli episodi finiti contestati all'ex dirigente con ufficio nel palazzo Grandi Stazioni, risale al periodo compreso tra il 2011 e il 2012. L'ultimo al 2017. Chi lo aveva denunciato ha raccontato di aver respinto le offerte a sfondo sessuale ma ha detto, anche, di essere stato oggetto di toccamenti da parte del suo superiore. 
LA DIFESABonaldo, assistito dall'avvocatessa Patrizia Vettorel, ha sempre respinto le accuse, su tutte quella di aver riservato attenzioni sessuali ad altri dipendenti della Regione, oltretutto promettendo in cambio avanzamenti di carriera o un contratto più stabile. Anche perché mai, ha sostenuto più volte il dirigente regionale ora in pensione, in tutta la sua carriera lunga quarant'anni - prima nel settore del Personale, tra il 1979 e il 1983; poi in quello del Territorio, fino al 1987; quindi nel Turismo fino al 2007 - e ormai con vista sulla pensione, Bonaldo aveva ricevuto anche la più semplice contestazione. Versioni che da febbraio si scontreranno in aula, dove la Regione Veneto è parte civile.
Nicola Munaro
Ultimo aggiornamento: 11:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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