Guerra tra genitori separati, ne fa le spese anche il parroco don Gianni

Giovedì 5 Luglio 2018 di Fulvio Fenzo
Don Gianni Antoniazzi
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Il sasso l’ha gettato nell’ultimo bollettino parrocchiale. Perché, se non bastavano i diverbi tra i genitori di bambini e ragazzi separati o già divorziati, da qualche tempo don Gianni Antoniazzi si è trovato costretto ad avere a che fare perfino con i loro avvocati. E così il parroco della chiesa dei santi Gervasio e Protasio, a Carpenedo, ha preso carta e penna per far emergere una situazione che - sicuramente - non riguarda solo la parrocchia, ma anche scuole, associazioni e realtà sportive che hanno a che fare con i figli dei separati. E che, se non gestita adeguatamente, rischia di far male prima di tutto ai ragazzi.
«Negli ultimi tempi più volte sono stato coinvolto nelle tensioni fra genitori separati - scrive don Gianni su “Lettera aperta” -. Un avvocato mi ha rimproverato perché il ragazzo ha partecipato all’attività parrocchiale senza avere il consenso esplicito di tutti e due i genitori, facendomi recapitare una lettera raccomandata contorta, con sviste ortografiche, dimenticanze e svarioni nella sintassi. Ma questo è il meno, il problema è la presunzione». Il testo della raccomandata però è chiarissimo: “Mi permetto di rammentare - scrive il legale - che in relazione ad ogni attività deve esserci il consenso e la disponibilità di entrambi i genitori, esercenti in modo paritario oltre che condiviso, la responsabilità genitoriale, poiché vi è una suddivisione dei tempi che vede il figlio col genitore durante la settimana”. «Ma io che c’entro? - chiede don Gianni - Non sarebbe il caso di mandare queste indicazioni ai genitori? Se un adulto iscrive il proprio figlio a calcio senza il consenso dell’altro genitore se la vedranno fra genitori o ne deve rispondere l’associazione sportiva? D’ora in poi dovrò essere costretto a chiedere per ogni ragazzo il consenso e la firma di entrambi i genitori? E nel caso uno non fosse d’accordo fino in fondo, cosa che spesso accade anche fra persone sposate, devo far ricadere sempre e comunque l’incertezza degli adulti sulla vita dei minori?». Ma non basta. Don Gianni Antoniazzi sta “attendendo” anche un’altra lettera, stavolta di convocazione, non ancora arrivata ma che gli è già stata preannunciata. «Un genitore mi ha convocato in qualità di testimone addirittura in un processo perché il padrino di cresima non era condiviso fra genitori - riprende il sacerdote di Carpenedo -. Sottolineo che non si tratta solo di due episodi, perché casi come questi stanno diventando sempre più frequenti con le coppie di separati, arrivando ad usare i figli come armi “psicologiche” per colpire l’altro coniuge». E anche in questi giorni che si trova al campo di Gosaldo, la casa di montagna della parrocchia, don Gianni ha dovuto affrontare problemi come questi. «Con le iscrizioni, per esempio - spiega -, perché se un ragazzo si fa male e manca il consenso dell’altro genitore alla partecipazione alla settimana di soggiorno, viene da chiedersi chi debba rispondere». Insomma, di fronte all’aumento della separazioni e alla guerriglia tra ex coniugi, la situazione sembra perfino destinata a peggiorare. «Sia chiaro - commenta il sacerdote -, noi non desideriamo starcene super partes e lavarcene le mani come Pilato, abbiamo a cuore il bene delle persone e soprattutto dei più giovani. I ragazzi devono sapere che, se anche i genitori dovessero baruffare, in parrocchia possono comunque trovare un clima famigliare e sereno. Ai genitori chiediamo, se possibile, di vivere in pace per il bene dei figli, mentre agli avvocati domandiamo di non esasperare le tensioni per sete di guadagno, ma di considerare anzitutto il bene dei piccoli. La parrocchia continuerà a fare le sue proposte educative nel rispetto della volontà dei genitori e, qualora non fosse possibile armonizzare il contrasto fra gli adulti, starà dalla parte del bene dei giovani, anche pagando le conseguenze di persona».
Ultimo aggiornamento: 08:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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