Scuole "vuote", famiglie e Comune: «Via il limite minimo di 15 alunni»

Venerdì 21 Febbraio 2020 di Alice Carlon
studenti
VENEZIA Equiparare Venezia alle comunità montane e alle piccole isole per contrastare l’impatto di calo demografico ed esodo sulla scuola e sui residenti. E’ questa la proposta lanciata dai genitori del Consiglio d’istituto del comprensivo Morosini e appoggiata in forma ufficiale anche dagli altri istituti comprensivi del centro storico: San Girolamo e Dante Alighieri. Diciannove scuole in tutto (4 d’infanzia, 11 primarie e 4 secondarie di primo grado) con centinaia di famiglie coinvolte hanno chiesto al ministero della pubblica istruzione di rivedere il decreto numero 81 del 2009, che fissava il limite minimo per la formazione delle classi prime nelle scuole primarie a 15 iscritti. 
TEMPI CAMBIATI
Sono passati più di dieci anni dalla pubblicazione di quel decreto e in questi dieci anni le cose sono cambiate molto sia a livello nazionale, con un calo demografico pressoché costante, che a livello locale con il continuo esodo di famiglie veneziane verso la terraferma. Gli ultimi dati risalenti al 14 febbraio 2020 si assestano a 52.002 abitanti del centro storico contro i 53.539 di fine 2018. Pochi bambini quindi pochi iscritti nelle scuole, con la formazione di prime classi ciclicamente a rischio e reazioni a catena che vanno dai problemi nella gestione familiare (accompagnare i figli a una scuola lontana da casa) a quelli lavorativi (con insegnanti che rischiano il trasferimento anche in altri comuni).
LA SITUAZIONE
Un intero plesso chiuso 2 anni fa alla Giudecca, la Palladio, classi prime accorpate o non formate quest’anno e il prossimo. E questo nonostante ci sia qualche inversione di tendenza come alla primaria Manzoni dove se lo scorso anno non si era riusciti a formare la prima, per il prossimo anno scolastico ci sono già ben 25 iscritti. 
«Sempre di più tutti gli Istituti, si troveranno ad affrontare le stesse problematiche in merito ai “numeri”, perché i potenziali iscritti a Venezia sono pochi e queste situazioni toccano la gestione familiare di interi nuclei, ma anche la sfera lavorativa di insegnanti che si trovano senza alunni e anche senza lavoro – si legge nell’appello - Secondo il Dpr, le sezioni della scuola primaria sono costituite con un minimo di 15 alunni, ma esiste la deroga di 10 alunni nei comuni di montagna, nelle piccole isole e nelle aree geografiche abitate da minoranze linguistiche. Forse la realtà di questi anni ci deve portare a riflettere sull’adeguatezza di questi criteri, soprattutto considerando le difficoltà che Venezia si trova ad affrontare su più fronti, residenziale, urbano, commerciale, scolastico. Emerge una specificità che non può più essere sottovalutata: il suo essere insulare. Isole come Sant’Erasmo già godono della deroga dei 10 iscritti: estendere questa sensibilità e opportunità al centro storico di Venezia, ne tutelerebbe il tessuto sociale e culturale». 
Ad appoggiare l’appello è l’assessore alle politiche educative Paolo Romor: «Ci schieriamo con decisione al fianco di questi genitori, chiedendo che anche le scuole statali siano gestite tenendo nel dovuto conto l’unicità del territorio della nostra città. In questi anni – continua Romor - pur a fronte di un calo complessivo degli iscritti alle scuole dell’infanzia comunale, abbiamo investito risorse per mantenere tutte le 18 sedi di scuole e, cosa importante, anche tutte le loro sezioni. Questo, anche in casi limite come la scuola XXV aprile alla Giudecca che abbiamo mantenuto con meno di dieci bambini, poiché le scuole rappresentano per noi un fondamentale presidio del territorio e un importante servizio per le famiglie».
Ultimo aggiornamento: 11:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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