A poco più di dieci giorni dal rientro in classe degli studenti, la scuola italiana è già nuovamente alle prese con Dad e quarantene. Nulla di paragonabile allo scorso anno, ma una situazione che comunque evidenzia lacune in termini di programmazione. Ad esempio non è stato sviluppato un sistema di monitoraggio dei contagi puntuale (quello in essere è parziale, con test a campione e solo in alcune fasce d'età), non si hanno indicazioni precise sul numero di studenti che di volta in volta finiscono in isolamento né, soprattutto, è stata fatta reale chiarezza su come debbano essere organizzate le quarantene. Tant'è che viene contestata anche la durata definita per l'isolamento: 7 o 10 giorni a seconda dello stato vaccinale dello studente.
Contagi a scuola: quarantena e tamponi, cosa fare?
Ad oggi ogni Regione, o addirittura ogni autorità sanitaria locale, sta andando per conto suo.
Scuola, positivo in classe: come funziona in Veneto
«Stiamo elaborando una nuova proposta da fare al Governo sulla quarantena nelle classi, che dovrà tener conto innanzitutto della percentuale di ragazzi vaccinati - ha detto il governatore del Veneto, Luca Zaia -. Le linee guida nazionali ci sono e vengono solitamente costruite partendo dalle proposte del Veneto. Ci siamo chiesti se potevamo essere ancora più innovatori: se in aereo c'è un positivo non vanno in quarantena tutti coloro che sono in quell'aereo. Nelle aule dovremmo tener conto della percentuale di vaccinati e questa può già essere una prima discriminante. L'altro aspetto è il posizionamento dei ragazzi rispetto all'eventuale soggetto positivo».
Didattica a distanza
Peraltro la diversa interpretazione delle quarantene scolastiche rischia di avere conseguenze anche a livello didattico. «È indubbio che laddove i servizi sanitari sono organizzati meglio - spiega Antonello Giannelli, presidente dell'Associazione nazionale dei presidi - per avviare indagini puntuali, si farà meno didattica a distanza. La scuola è un sistema complesso: le sue dinamiche dipendono molto anche da fattori esterni come i trasporti e il servizio sanitario». Le rilevazioni dei test Invalsi hanno infatti evidenziato come negli ultimi due anni siano peggiorati i livelli di apprendimento degli studenti e tra le cause principali c'è la Dad, visto che le regioni che ne hanno avuta di più, cioè Campania e Puglia, sono quelle che ne sono uscite con le ossa maggiormente rotte. Il Veneto, intanto, conta di arrivare all'85% dei vaccinati «in un mese e mezzo o due». Così il governatore Zaia che ha definito «buoni» i dati sui contagi: l'indice Rt è 0,88, la percentuale di occupazione delle terapie intensive è al 6% e al 4% nell'area non critica.
FAQ SCUOLA - DOMANDE E RISPOSTE DELLA REGIONE VENETO