Scuola, tutti in fila per il "drive in" dei tamponi: la rabbia dei genitori

Martedì 29 Settembre 2020 di Alvise Sperandio
Le auto in fila al padiglione Rama
​MESTRE - «In attesa dell’esito dei tamponi sui nostri figli, ci troviamo davanti a un bivio: stare a casa in via precauzionale, prendendo permesso o “mangiandosi” le ferie; o andare a lavorare con il rischio che, in caso di positività, essendo un contatto stretto si possano contagiare altre persone». A sollevare la questione sono alcuni genitori incontrati ieri nel parcheggio sotterraneo del padiglione Rama dell’ospedale dell’Angelo, uno dei cinque “drive-through” attivati dall’Ulss 3 Serenissima che così raddoppia il proprio impegno sul fronte dei test anti Covid-19. Nessuna critica all’azienda sanitaria, piuttosto l’invito a chi di dovere – di fatto, il legislatore – a rivedere il sistema di modo che nelle more dell’esito del tampone, i genitori possano usufruire di malattia, anche per scongiurare pericolose soluzioni fai da te. «Abbiamo il bambino positivo, noi rimaniamo a casa. Non è un obbligo, ma una scelta di coscienza, però non tutti fanno così. Bisognerebbe chiarire come comportarsi», dice una signora in attesa di avvicinarsi con la propria auto al personale che effettua il test. In queste postazioni, infatti, chi deve essere sottoposto a tampone arriva in macchina, accosta abbassando il finestrino e resta sulla vettura a motore acceso. Questione di pochi minuti.

«RISPOSTA ALLE FAMIGLIE»
«I drive-through – spiegano dall’Ulss – sono la risposta in particolare al mondo della scuola e alle famiglie, perché questa modalità di effettuazione del test è indicata per chi è sintomatico, e quindi non deve mettersi in fila con altri utenti, o è potenzialmente positivo, come ad esempio i compagni di classe di un alunno trovato positivo». E, qui, appunto, si torna al problema sollevato da mamme e papà che parlano di difficoltà a conciliare lavoro e gestione dei figli quando questi, su indicazione del pediatra a cui spetta la prima valutazione di triage telefonico, si recano ad effettuare il tampone. «Basta un raffreddore, un po’ di tosse, qualche linea di febbre o qualche scarica e il bambino finisce per saltare una settimana intera di scuola – viene spiegato da chi è in fila con l’auto – Nell’attesa non possiamo affidarlo a una baby sitter o ai nonni, dobbiamo restare a casa noi, perché non ci viene data malattia?». Il problema, peraltro, rischia di acuirsi ora che i contatti a scuola sono terreno a rischio e si va verso la cattiva stagione, con l’arrivo delle prime sindromi parainfluenzali che anticipano la malattia di stagione vera e propria. «Questa situazione rischia di ripetersi più volte nel giro di poche settimane, il tampone velocissimo a esito immediato sarebbe la risposta più utile», sottolinea un’altra mamma. Oltre al Rama (tutti i giorni, ore 7-18), i “drive-throught” sono attivi al padiglione Rossi del Lido (lunedì-venerdì, ore 9-10), al poliambulatorio dell’ospedale di Dolo (tutti i giorni, ore 7-13 e 14-18), all’ex ospedale di Noale (tutti i giorni, ore 7-13 e 14-18) e presso la sede distrettuale di Chioggia con accesso da via Marco Polo (tutti i giorni, ore 18-19.30). «A fronte del diritto all’esecuzione del tampone – fanno sapere dall’Ulss – si accede alle cinque postazioni, con accesso libero, ma è possibile anche la prenotazione su ZeroCode. Gli utenti che si sottopongono a tampone in queste postazioni si scaricano direttamente l’esito on line».

AMBULATORI
Restano comunque operative le cinque le sedi ordinarie dove poter fare il tampone, aperte tutte le mattine, sabato e domenica compresi, dalle 7 alle 13, con accesso libero, senza necessità di impegnativa e a fronte della autocertificazione. Sono l’ex ospedale Giustinian a Venezia, il distretto di Favaro e, ancora, l’ex ospedale di Noale, il poliambulatorio dell’ospedale di Dolo e la sede distrettuale di Chioggia (attiva anche la postazione dell’aeroporto Marco Polo dove sono stati finora effettuati circa 28 mila test). Gli operatori sottopongono al test coloro che rientrano dall’estero dai Paesi ritenuti a rischio – circa 6 mila i tamponi effettuati finora – il personale scolastico che non avesse ancora effettuato il test sierologico rapido del “pungi dito” (lo hanno fatto in 9 mila) e i soggetti che comunque hanno la necessità di controllarsi. A differenza di altre Ulss, quella veneziana al momento ha deciso di non introdurre l’obbligo della prenotazione e la diversificazione dei percorsi di accesso. Anche se qualcosa potrebbe cambiare a breve con l’introduzione di una via preferenziale per i bambini.
Ultimo aggiornamento: 08:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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