Venezia, gli scout ripartono dopo il lockdown: «Primo campo estivo senza restrizioni». Boom di partecipanti

Sabato 6 Agosto 2022 di Valeria Turolla
Gli scout ripartono dopo il lockdown: «Primo campo estivo senza restrizioni». Boom di partecipanti

VENEZIA - Anche per gli scout del centro storico è arrivato finalmente il periodo più atteso della stagione: la partenza per il campo estivo.

Quella di quest'anno è una partecipazione ancora più speciale per Lupetti e Coccinelle, ma anche per i ragazzi più grandi che compongono il Reparto e il Clan, perché finalmente tutti possono vivere l'esperienza senza le rigide restrizioni che hanno condizionato le attività degli ultimi due anni. Se nel 2020 infatti le uscite estive erano state cancellate e l'estate scorsa si erano svolte tra comprensibili precauzioni fatte di distanziamento e mascherine, questi giorni rappresentano la vera ripartenza delle attività di campo per i giovani scout.

Scout, primo campo estivo senza restrizioni

«Quelli appena trascorsi sono stati anni difficili spiega Francesco Campostrini, responsabile di zona degli scout di Venezia e delle Isole noi educatori ci siamo accorti di come l'isolamento e le limitazioni imposte dalla situazione sanitaria abbiano condizionato pesantemente i ragazzi, soprattutto quelli della fascia d'età tra i 13 e i 18 anni, sempre meno aperti alla relazione con gli altri, ma allo stesso tempo desiderosi di riappropriarsi dell'intelligenza emotiva che consente di stare bene insieme». Sono oltre 500 i ragazzi impegnati nelle attività proposte dai sei gruppi scout Agesci del centro storico che in queste settimane stanno partecipando ai campi estivi in montagna tra Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia. «Attraverso le avventure a contatto con la natura viene data loro la possibilità di vivere esperienze di autonomia seppur in ambienti protetti continua Campostrini riscoprendo il piacere di condividere le emozioni con altri ragazzi, piacere di cui erano stati privati e che pian piano stiamo cercando di far tornare ad essere normalità».

Sono ancora presenti, infatti, le cicatrici lasciate dalle varie forme di isolamento, le difficoltà ad accogliere le emozioni altrui e a condividere spazi fisici ed emotivi, ma nonostante resti una buona dose di timore di non farcela, è forte la voglia di mettersi alle spalle quanto accaduto e abbracciare la libertà di stare con gli altri, cercando di capire le necessità di chi li circonda, lasciando da parte per qualche tempo anche smartphone e computer per concentrarsi unicamente su tutto quanto permetta di stare bene in gruppo, senza più nemmeno lo scudo delle mascherine che hanno contraddistinto gli incontri dei mesi precedenti. «Abbiamo notato come si sia accentuata una visione individualistica del mondo, ma anche quanto abbiano voglia di provare a mettersi al servizio degli altri nonostante ciò sia a volte molto faticoso. In questi giorni ricevo notizie rassicuranti dai vari gruppi impegnati in montagna conclude Francesco Campostrini per fortuna non siamo difronte a una macchina rotta, ma solo alle prese con un motore che, fermo in garage da troppo tempo, ha bisogno di un po' di cure per ripartire alla grande».

Ultimo aggiornamento: 19:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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