Osteria San Martin a Scorzè, una stella Michelin e trent'anni di passione vera. E i prezzi tenuti accessibili

Lunedì 24 Gennaio 2022 di Claudio De Min
Raffaele Ros
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Scorzè, Venezia, primi anni del Novecento: nonno Domenico acquista, in piazza a Rio San Martino, l'osteria San Martin. Ad un secolo (abbondante) di distanza, l'osteria è diventata ristorante, ed è la nipote di Domenico, Michela, a gestirla assieme al marito Raffaele Ros, ormai da trent'anni esatti: 1992-2022. Grazie a loro l'osteria si è trasformata in ristorante di alta cucina ma già prima mamma Luigina aveva compiuto un decisivo restyling gastronomico.

Nove anni fa l'assegnazione della stella Michelin ratificò e ufficializzò i valori che i clienti più assidui conoscevano da tempo: la passione e l'amore, la qualità della materie prime, la creatività, le doti di accoglienza e di conoscenza del mondo del vino, la piacevolezza di un ambiente che, in tempi come questi, diventa un forte valore aggiunto: spazi ampi, tavoli distanziati, la netta sensazione di essere al sicuro. Infatti, anche in questo tribolato periodo, le cose sono andate per il meglio: Pur essendo un po' defilati rispetto ai grandi flussi stiamo vivendo una stagione decisamente positiva conferma Michela.


BUONI MOTIVI

Certamente anche per via di un rapporto qualità-prezzo vantaggioso, ma alla lista dei buoni motivi che dovrebbero spingere i golosi fino a qui, in questo tranquillo e defilato paese della campagna veneziana, ne aggiungiamo un altro: Finalmente un ristorante stellato dove non se la tirano e non fanno i fenomeni dicono molti dei loro clienti abituali e no, un giudizio che condividiamo ed è forse la medaglia più bella, in tempi di autocelebrazioni social.
Fatto sta che a tre decenni dall'insediamento e quasi otto anni dopo la consacrazione della guida Rossa, si voglia o no, la bibbia laica della ristorazione, i tratti dell'insegna restano gli stessi. A cominciare dalla disponibilità nei confronti del cliente. Qui c'è spazio per tutti e per (quasi) tutte le tasche. Ci sono i menu delle grandi occasioni (dagli 80 ai 135 euro), quelli dove lo chef gioca in campo aperto: ad esempio con il Contemporaneo (13 assaggi, più benvenuto, predessert e piccola pasticceria), le sette portate de I Classici (con tanto di Cocktail di gamberetti rivisitato), e de I Pennuti (ovviamente a tutto carne, fra selvaggina e cortile). E c'è la carta, con una ventina di opzioni, dove ognuno può costruire il proprio percorso.


PRANZO PER TUTTI

Ma ci sono anche proposte intelligente e lungimiranti che, infatti, funzionano benissimo e che saranno senz'altro bene accette. Del menu a 55 euro dedicato agli Under 30 parliamo nel box a fianco. Ma c'è anche Easy Michelin, il menu del mezzogiorno, la pausa pranzo che, a 30 euro, offre la scelta fra il Risotto al radicchio rosso di Treviso I.G.P. e la Pasta di grano duro con frutti di mare, e al secondo quella fra la Guancia di vitello con purea di patata ed il Pesce del giorno con carciofi. Più la piccola pasticceria, l'acqua e il caffè. Ma per i nostri clienti abituali facciamo delle variazioni sul tema, spiega Raffaele Ros, che - con tutta la calma del mondo - fugge senza sosta dalla routine e dalla noia.

Ultimo aggiornamento: 25 Gennaio, 10:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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