PIANIGA - «Mamma, esco cinque minuti". Era il tardo pomeriggio del 26 febbraio 2016. Da allora della 25enne Florina Simion non si è più saputo nulla.
L'avvocato veneziano Stefano Tigani, che per conto dell'associazione Penelope Italia ha sempre seguito il caso, ha fatto analizzare da un esperto i tabulati del cellulare della ragazza. Tre ore dopo l'allontanamento da casa, ma sempre nelle vicinanze della sua abitazione, il telefono è stato spento e da allora non è stato più riacceso. "Da quella maledetta sera non sono più riuscita a dormire - dice Nela Simion, madre di Florina. Ormai mi sono rassegnata, ma vorrei almeno una tomba su cui piangere. Mia figlia assumeva farmaci salvavita e quando stava fuori per diverse ore li portava sempre con sé. Quella volta è uscita in fretta con il cellulare ma non i farmaci, segno evidente che pensava di stare fuori casa per breve tempo". Qualche speranza di avere ritrovato il suo corpo si è riaccesa nella famiglia di Florina lo scorso 30 gennaio, quando in via della Chimica a Marghera sono stati rinvenuti i resti di una persona. Il luogo del ritrovamento dista meno di 15 chilometri dall'abitazione di Florina ed è raggiungibile in auto in circa un quarto d'ora. Quando è scomparsa la ragazza indossava scarpe da ginnastica bianche, jeans e un piumino nero. Tutto combacerebbe, se non fosse per il rinvenimento di un orologio da polso, tra l'altro da uomo, che invece Florina non portava mai. Gli esami per risalire a chi appartengano i resti sono ancora in corso.