Scissione M5S, Brugnaro apre a Di Maio: «Riconosce il lavoro dei sindaci»

Giovedì 23 Giugno 2022 di Angela Pederiva
Il sindaco Luigi Brugnaro
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VENEZIA - Martedì il gruppo di Coraggio Italia alla Camera è sceso a 18 componenti, sotto la soglia dei 20 previsti dal regolamento (salvo deroghe) per mantenere risorse e personale: il deputato Antonio Lombardo è infatti passato a Insieme per il Futuro. Ma ieri, 22 giugno, il fucsia Luigi Brugnaro ha espresso tutt'altro che risentimento per la nuova formazione dell'ex pentastellato Luigi Di Maio, alimentando così le voci sul progetto di un nuovo grande centro. «È una scelta molto coraggiosa», ha detto il sindaco di Venezia, cuore di un Nordest politicamente lontano dall'iniziativa del ministro, a giudicare dall'esiguo numero di eletti che l'hanno seguito: a conti fatti, soltanto uno, l'ex sottosegretario veronese Mattia Fantinati.

PAROLE
Gigi e Giggino: chi l'avrebbe mai detto? «Di Maio - ha dichiarato Brugnaro all'Adnkronos - ha avuto un cambiamento profondo e importante, ho avuto modo di seguirlo, e di incontrarlo anche per motivi istituzionali, e ho compreso la sua evoluzione: mi fa piacere che riconosca il nostro lavoro di sindaci, che è un lavoro di frontiera, e che cerca un raccordo sempre più proficuo con Regioni e governo in un quadro nazionale». Il riferimento è all'appello lanciato dal titolare della Farnesina, che aveva indicato proprio nei municipi il punto di riferimento. «Mi fa piacere questo riconoscimento - ha aggiunto il fondatore di Coraggio Italia - da parte del ministro degli Esteri, con il quale c'è una consonanza anche sul piano della ricerca di nuove fonti energetiche, tema sul quale si è speso molto con altri Stati. Il rispetto tra le istituzioni è un vantaggio per l'Italia». Parole eloquenti, risuonate come il preludio a un'intesa: «Ci accomuna anche il sostegno a Draghi, che io arrivai pure a proporre come presidente della Repubblica, e, credo, una propensione a respingere il partito del no, qual è diventato il M5s.

Quindi, se questa nuova formazione si concentrerà su progetti immediatamente realizzabili, ponendosi come partito del sì, ci troverà al suo fianco».

VENETO
Per il momento Di Maio fra i pentastellati del Nordest sembra avere accanto a sé solo il deputato Fantinati, che a Coffee break su la7 ha affermato: «Una rottura inevitabile, eravamo arrivati a un punto di non ritorno. Tanti di noi non si sentivano più nel Movimento 5 Stelle, che avevano abbracciato con tanta euforia dieci anni fa, come me: non era più casa nostra. Se va avanti così il M5s finisce da solo, già alle scorse amministrative gli elettori ci hanno puniti perché non riusciamo più a essere concreti. Lo dico con grande dispiacere, è stata una scelta sofferta, ma ci sono tanti altri deputati che secondo me abbracceranno il nostro progetto». Di certo non il ministro Federico D'Incà, né la senatrice Barbara Guidolin (che sui social ha lanciato l'hashtag #ioresto) e gli altri parlamentari veneti Francesca Businarolo, Riccardo Fraccaro, Giovanni Endrizzi, Gianni Pietro Girotto, Orietta Vanin. Nemmeno la consigliera regionale Erika Baldin («Il M5s c'è e continuerà ad esserci, anche in Veneto, dalla parte dei cittadini colpiti dalla crisi energetica e dall'inflazione») e neppure Sara Visman, consigliera comunale a Venezia.

FRIULI VENEZIA GIULIA
Stessa linea in Friuli Venezia Giulia. Il ministro triestino Stefano Patuanelli e i due deputati, Sabrina De Carlo e Luca Sut (appena nominato coordinatore regionale), hanno giurato fedeltà a Giuseppe Conte girando la schiena a Luigi Di Maio. La stessa cosa hanno fatto i quattro consiglieri regionali, Mauro Capozzella, Andrea Ussai, Maria Dal Zovo e Cristian Sergo. Anzi, il capogruppo Capozzella è andato giù duro: «A chi come noi lavora su territorio per dare risposte alle istanze dei cittadini, manovre di palazzo come quella fatta da Di Maio danno fastidio».

 

Ultimo aggiornamento: 24 Giugno, 10:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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