Sciopero Veritas al 95%: e a Venezia i rifiuti rimangono per le calli

Martedì 9 Novembre 2021
Sciopero Veritas al 95%: e a Venezia i rifiuti rimangono per le calli

VENEZIA - Raccolta rifiuti azzerata (o quasi) per un giorno. Larghissima adesione tra i lavoratori di Veritas, ieri, allo sciopero indetto a livello nazionale per il rinnovo del contratto di lavoro, al palo da 27 mesi.

Il 95% dei lavoratori della partecipata del Comune ha incrociato le braccia, secondo le stime dei sindacati, tra l'80 e l'85%, secondo quelle dell'azienda. In ogni caso, al di là dei numeri sulla partecipazione, ieri Veritas ha garantito i servizi obbligatori (per ospedali, case di riposo, carceri...) e poco altro. I maggiori disagi in centro storico, dove non ci sono i cassonetti ma il porta a porta, e gli utenti erano stati invitati a tenersi i rifiuti per un giorno in più. Qualcuno ha comunque lasciato in strada la spazzatura.


IL MODELLO VENEZIA


Circa duecento i lavoratori che hanno partecipato al corteo organizzato a Venezia e conclusosi a Ca' Farsetti, dove i rappresentanti sindacali - Daniele Giordano per la Cgil Fp, Andrea Zaniol per la Uil Trasporti e Urs Passi per la Fit Cisl - hanno incontrato l'assessore Simone Venturini, che li ha rassicurati anche sul futuro della partecipata alla luce della normativa in evoluzione. «Per noi il modello Venezia è importante - riferisce l'assessore - C'è una certa preoccupazione tra i sindacati per il decreto concorrenza in arrivo, temono che per i Comuni sia più difficile mantenere in house il servizio, con il rischio di dover andare a gare e ad affidamenti esterni. Ma per noi l'esperienza veneziana è di qualità e di successo e vogliamo continuare a lavorare in quest'ottica». Venturini tocca anche un tema caldo in città, come quello degli impianti di Fusina contestati da parte della cittadinanza. «In quest'ottica è importante avere infrastrutture adeguate - osserva . E gli investimenti in corso a Fusina, con il termovalorizzatore, hanno proprio questo senso».


LE QUESTIONI APERTE


All'assessore i sindacati hanno chiesto di attivarsi con l'Anci anche perché spinga per una chiusura rapida del rinnovo del contratto. «Finora sono state fatte proposte economiche ridicole: di 30, 40 euro - riferiscono Giordano, Zaniol e Passi - Ma soprattutto le aziende chiedono massima flessibilità sull'orario di lavoro, con un uso indiscriminato del part time e l'introduzione di un orario medio mensile che per un settore come il nostro rischia di appesantire i carichi di lavoro andando contro sicurezza e salute dei lavoratori». Prospettive inaccettabili per i sindacali. «Ora il tavolo nazionale è stato riconvocato per giovedì e venerdì. Ma se non arriveranno risposte ci saranno altri scioperi».
R. Br.

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