Sciopero dei trasporti Actv, Piazzale Roma e isole paralizzate

Venerdì 23 Aprile 2021 di Redazione web
Piazzale Roma bloccato dallo sciopero dell'Actv
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VENEZIA - Lo sciopero dei trasporti a Venezia di 3 ore ha letteralmente paralizzato piazzale Roma oggi 23 aprile.

All'uscita dei garage si sono formate lunghe code di auto. Quattrocento dipendenti Actv hanno protestato contro il taglio degli stipendi (l'azienda ha disdetto gli integrativo di secondo livello), bloccando il ponte della Libertà. L'adesione dei lavoratori è stata totale. Anche se lo sciopero era stato proclamato dalla sigla sindacale Sgb, hanno aderito anche i lavoratori iscritti agli altri sindacati.Ovviamente i disagi si sono registrati anche sul fronte del trasporto acqueo durante le 3 ore di sciopero. Impossibili poi i collegamenti con le isole, che non vengono garantiti in caso di astensione inferiore alle 4 ore. Bloccati soprattutto gli studenti, cui non sono state assicurate nè le corse normali, tantomeno quelle aggiuntive.

PUNTA DELL'ICEBERG

Lo sciopero del trasporto pubblico locale di oggi è solo la punta di un iceberg. I sindacati temono che dal 26 aprile il sistema sia impreparato ad accogliere il pronti via. Il passaggio da fascia arancione a fascia gialla, assieme all'apertura delle scuole e alla possibilità di muoversi con meno restrizioni fa temere per la sicurezza. «Più volte abbiamo chiesto risposte sulla gestione delle scuole senza mai averne. Sembra che i disservizi legati al rispetto della sicurezza non interessino né all'azienda, né all'amministrazione comunale», spiega Valter Novembrini, della Filt-Cgil. Il sindacalista prosegue: «Se arriva gente, chi la trasporta? Visto che l'azienda non sembra interessata, abbiamo scritto chiedendo l'intervento del sindaco, che ci accolga ad un tavolo in cui decidere come gestire la pandemia e i servizi, con quale eventuale intervento sul lavoro. Tremila dipendenti non possono esser solo considerati per i tagli». Alberto Cancian, Usb-Lp, incalza: «La gestione della fascia arancione è cambiata, ora i turni sono stati gonfiati riducendo le soste, mandando le persone in cassa integrazione, aggiungendo servizi, gli straordinari capita non siano pagati se si finisce oltre l'orario, ma non è che uno si svegli e decida di proposito di far ritardi. Il 21 maggio si inaugura la Biennale, il turismo prima o poi tornerà, quale sarà il servizio?». La richiesta di maggiori sacrifici legati alla pandemia è oggetto anche dell'intervento di Francesco Sambo, della Uilt: «Non si capisce questo aumento della produttività, è incongruente rispetto a prima, qui stiamo navigando in mezzo alla nebbia». Per Igor Cuzzolin, Ugl-Aft, i lavoratori non potranno sostenere le esigenze che si presenteranno da lunedì: «La ripartenza ad oggi presuppone un carico del 50%, è impensabile che si metta mano ai turni dei lavoratori per compensare gli aumenti richiesti. Dalla parte dei cattivi non può esserci sempre e solo il personale. Vogliono far passare una crisi strutturale dell'azienda per un effetto della pandemia, ma i soldi da Roma sono arrivati. L'assessore regionale De Berti si è fatta garante per i debiti da pandemia, ma se i debiti non fossero frutto della pandemia, e fossero frutto di scelte errate, perché dovrebbero essere i lavoratori a pagare». Andrea Naia, della Faisa Cisal, prosegue: «I problemi economici inizialmente sono stati fatti slittare a luglio, poi sono arrivati i ristori, i soldi ci sono. Ma c'è la volontà di abbassare il costo del lavoro, non vorrei che si arrivasse alla privatizzazione». Lo stesso sindacalista fa un esempio: «Chi prende servizio dopo le 11.30 non vede la possibilità di pranzare. Il che significa che un lavoratore che viene da Chioggia dovrebbe pranzare alle 9.30, con le naturali ripercussioni sull'umore dei lavoratori». Ribatte Novembrini: «A questa amministrazione comunale e all'azienda interessa erogare un servizio decente o no? Da un mese i cittadini convivono con disservizi creati da una riorganizzazione di cui i vertici non si assumono responsabilità, ma dal 26 i problemi aumenteranno. E crescerà anche la non-sicurezza perché aumentando i carichi di lavoro e i chilometri percorsi, come i turni spalmati nella fascia oraria 5-17. I lavoratori rischiano di incorrere in problemi». Da tutto questo nasce lo sciopero di oggi. Sul tavolo c'è la richiesta di dialogo: «C'è un'incapacità a gestire l'azienda, lo testimonia anche la recente gestione dei servizi igienici, che lavorava in deroga da 50 anni, crediamo sia necessario riaprire il confronto con temi diversi da quelli messi in agenda dall'amministrazione comunale. L'azienda ad oggi ha dato una finta apertura, ma in realtà vuole solo firmare senza confrontarsi», conclude Novembrini.

 

Ultimo aggiornamento: 24 Aprile, 09:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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