Scandalo buoni mensa, Iene a Fossalta:
sindaco impallinato dal dirigente/ Video

Venerdì 25 Febbraio 2011
Un frame dal video delle Iene
VENEZIA - Le Iene scatenano una nuova bufera nel comune di Fossalta di Piave. La vicenda quella della bimba di quattro anni lasciata senza pasto alla mensa della scuola perch non poteva permettersi i buoni, aiutata dalle generose maestre a loro volta stoppate dal Comune. Durante la visita dell'inviato della trasmissione, Luigi Pellazza, in municipio il funzionario Stefano Miola ha sparato a zero sul suo sindaco: «Si è inventato una roba lui (...). Aveva detto: sta a casa perché io non glieli pago i buoni».



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Il servizio delle Iene inizia con il sindaco Massimo Sensini porta la sua versione dei fatti, sottolineando come il fatto che le maestre cedessero il loro buono pasto alla bambina costituisse un «danno erariale». La prima stoccata alle parole del primo cittadino arriva direttamente dall'intervistatore: secondo due sentenze già emesse della Corte dei Conti - spiega l'inviato Luigi Pellazza - il danno erariale non esiste, visto che "la decisione dell'insegnante di cedere il suo buono non risulta vietata da alcuna norma costituendo un'ipotesi di donazione", inoltre "Il Comune non subisce alcun pregiudizio, posto che ad un buono erogato corrisponde la somministrazione di un solo pasto, onde non si vede quale danno economico possa essere invocato". La discussione si fa serrata: la iena domanda se il sindaco si sia posto il problema del danno psicologico causato alla bimba e poi chiede chi stia pagando i suoi pasti dal primo gennaio. La risposta è nota: un anonimo benefattore, «il Comune non sta facendo un bel niente», chiosa Pellazza.



Ma il peggio deve ancora arrivare: in una conversazione informale con Pellazza, il funzionario del Comune Stefano Miola non risparmia critiche e accuse pesanti al sindaco. Le Iene chiedono l'autorizzazione a trasmettere il documento, Miola sembra non avere problemi o timori: «Mandale, io ho detto la verità!». E di quale verità si tratta? Miola dice la sua sulla gestione del caso: «Avrei fatto in modo totalmente diverso, in queste circostanze c'è solo un modo, quello di aiutare la bambina, di aiutare la famiglia»



La Iena scherza - «ti licenziano» - ma Miola non fa una piega: «Il dipendente pubblico ha il posto garantito per sempre, fino alla morte». Ed ecco che viene trasmessa la conversazione nella quale il funzionario accusa il sindaco: «Si è inventato una roba, ma se l'è inventata lui (si riferisce a Sensini, ndr) e mi tira dentro a questa roba. E io come faccio ad andare contro di lui?». Miola si sente un capro espiatorio e prosegue: «Deve essere successo che la scuola ha informato noi, perché sono loro che fanno il conteggio materiale». Per Miola la scuola avrebbe detto al Comune: "Guarda che qua ci mancano questi buoni perché la bambina è un pezzo che non ci paga più". «Cosa facciamo? La bambina deve dare i buoni perché se non li dà deve stare a casa». E chi ha detto questa frase? «Il sindaco», replica Miola, che insiste: «Vuoi che ti dica la verità? Lui aveva detto: assolutamente sì, sta a casa da scuola, perché io non glieli pago i buoni».



Il funzionario afferma anche di aver telefonato alla ditta e avergli detto: «A me non interessa un c*** che mangia la bambina, anzi meglio se mangia la bambina, però mi deve arrivare la lista che la maestra ha mangiato». Il problema è stato risolto dal benefattore che ha pagato i buoni per tutto l'anno alla piccola, ma il sindaco «non lo sa», spiega Miola: dunque non è informato sul caso. Pellazza a questo punto si chiede perché il funzionario non gli abbia suggerito una diversa strategia da quella adottata: «Io gli ho detto, guarda che se mandi via questa roba qua vien fuori il disastro». Detto e fatto.
Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 19:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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