Santa Maria di Sala. Speedline, i piani industriali dei tre potenziali acquirenti tedeschi

Mercoledì 3 Maggio 2023 di Sara Zanferrari
Santa Maria di Sala. Speedline, i piani industriali dei tre potenziali acquirenti tedeschi

SANTA MARIA DI SALA - «Un passo avanti, ma la strada è ancora lunga». Sono moderatamente ottimiste le organizzazioni sindacali che si sono incontrate ieri pomeriggio per la vertenza Speedline al Ministero delle Imprese e del Made in Italy con la direzione Ronal, tornate a casa con l'aggiornamento del tavolo al 22 maggio, data entro la quale si dovrebbe avere finalmente chiarezza su quale sarà il futuro dell'azienda produttrice di cerchi per l'automotive di Santa Maria di Sala. «Riteniamo che questo incontro abbia consentito di avere ulteriori garanzie cercando di mantenere comunque il coinvolgimento di tutti gli attori», spiegano i sindacati, ma soprattutto hanno ottenuto che tutte le offerte arrivate dai tre possibili acquirenti, tutti tedeschi, vengano prese ugualmente in considerazione.

GLI SCENARI

«Credo si sia fatto un passo avanti, ottenendo che Regione e Ministero possano valutare i piani industriali commenta il segretario di Fim Cisl Venezia, Matteo Masiero -.

Abbiamo ribadito che per noi l'occupazione e la solidità industriale sono fondamentali per garantire il futuro di Speedline. Vogliamo essere fiduciosi che, per il prossimo appuntamento al Ministero, ci sia una scelta chiara e da quel momento si inizi il confronto sindacale direttamente con l'investitore che arriverà». Gli investitori hanno tutti avuto esperienze nel settore automotive; una proposta prevede l'acquisizione da subito anche di APPtech di Limena (in provincia di Padova), mentre in un'altra si valuta in un secondo momento la possibilità di esaminarla. Ronal ha segnalato che da parte di tutti gli investitori è stato chiesto al gruppo svizzero un contributo importante per acquisire Speedline, sottolineando che questo aspetto potrebbe condizionare la vendita verso un investitore piuttosto che un altro. È chiaro che per i sindacati ciò che va definito con chiarezza, preservando il più possibile il bacino consolidato dei lavoratori che confluiranno nella nuova società: le proposte presentate si attestano tra i 208 e i 250 lavoratori con possibilità di un aumento futuro, fermo restando l'accordo di giugno 2022 che prevede garanzie per tutti i lavoratori.

«Sicuramente la gestione del rilancio dovrà passare attraverso un mantenimento dell'occupazione con l'utilizzo di ammortizzatori sociali proseguono i sindacati -. Rimane fondamentale garantire l'occupazione e la sicurezza sulla sostenibilità del piano industriale, la sua prospettiva nel medio periodo e la credibilità degli investitori».
Al tavolo, oltre alla proprietà e ai rappresentanti di Fim Cisl e Fiom Cgil territoriali e nazionali, erano presenti i consulenti che si stanno occupando del processo di vendita, nonché lo staff dell'Unita di crisi della Regione Veneto con l'assessora Elena Donazzan, i referenti del Ministero del Lavoro, i responsabili del fondo ministeriale Invitalia, Confindustria Venezia, Deborah Onisto per la Città Metropolitana di Venezia e la sindaca di Santa Maria di Sala Natascia Rocchi. Anche il senatore veneziano di Fratelli d'Italia Raffaele Speranzon sottolinea che "rimane importante salvaguardare i posti di lavoro e l'attività di questo importante sito produttivo, prestigioso nel mondo e significativo per l'occupazione locale".

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