Inchiesta sulle tangenti a Santa Maria di Sala, la sindaca Rocchi: «Fragomeni? Temevo insidie, controllavo ogni sua pratica»

Giovedì 9 Febbraio 2023 di Davide Tamiello
Tangenti a Santa Maria di Sala, la sindaca Rocchi: «Fragomeni? Temevo insidie, controllavo ogni sua pratica»

SANTA MARIA DI SALA - «Non mi dimetto, sono estranea ai fatti. Fragomeni? È vero, gli avevo dato una collaborazione sull'edilizia a luglio ma gli stavo alle spalle, davanti, e di fianco per controllare ogni sua pratica urbanistica. Questo perché temevo potesse arrivare qualche insidia». Per difendersi la sindaca Natascia Rocchi preferisce la sciabola al fioretto. Al primo consiglio comunale post terremoto giudiziario, infatti, ribatte alle richieste di dimissioni avanzate dalla minoranza con un secco "no" e rilancia confermando che i metodi dell'ex sindaco Nicola Fragomeni non l'avevano mai convinta fino in fondo.

I lavori iniziano alle 20 in punto nella sala delle cedraie di villa Farsetti (ben più ampia della solita e tradizionale sede in municipio: ieri circa un centinaio gli spettatori, più quelli collegati in diretta streaming).

Niente quarto d'ora accademico, niente ritardi, niente rinvii a seconda convocazione per i punti previsti all'ordine del giorno: surroga del consigliere dimissionario Ugo Zamengo e dibattito sulle intenzioni e il proseguo dell'attuale amministrazione. È appunto la prima assemblea pubblica dopo l'esecuzione delle sei ordinanze di custodia cautelare del 23 gennaio che hanno portato agli arresti domiciliari gli ex primi cittadini Nicola Fragomeni e Ugo Zamengo, il capo dell'ufficio tecnico Carlo Pajaro, gli imprenditori Battista Camporese e Mauro Cazzaro e l'architetto Marcello Carraro. Zamengo ha presentato dimissioni il 26 gennaio: gli è subentrato, quindi, Michael Nebradiga. Nuovo capogruppo per Coraggio Italia, invece, è stato nominato Manuel Montin. Per quanto riguarda Fragomeni, invece, le dimissioni sono state annunciate ma non ancora ufficializzate: rimane in stand by, quindi, la sua surroga di Angela Carrillo.

RICHIESTA DI DIMISSIONI

La minoranza non perde tempo: Lega, Pd e civiche chiedono le dimissioni della giunta e il ritorno alle urne. «La sindaca dice che prima troppa gente circolava per gli uffici, dice "adesso si fa come dico io" - attacca Leandro Favaro (Pd) - Cosa vuol dire? Prima non era la sindaca a gestire l'amministrazione? Lo stesso procuratore usa la parola inquietante, parlando di "sistema" nella gestione della cosa pubblica. Questo sistema non ha allontanato la possibilità di nuovi investimenti? Non ha impoverito la situazione economica del nostro comune? Questa vicenda giudiziaria può ostacolare fondi Pnrr come asilo nido e altri progetti in divenire? Può ostacolare la possibilità di avere una Rsa richiesta da tanti anni? È necessario tornare al voto» Rincara la dose Francesca Scatto (Lega): «Se proseguiremo avremo una amministrazione condizionata da quella precedente. Sono certa che la sindaca sia estranea, ma la fama resta. La giunta mantiene viva l'immagine di un Comune marchiato a fuoco con la fama di persone non per bene, di cui non ci si può fidare. Siamo il secondo polo industriale della provincia, forse qualche imprenditore adesso preferisce stare alla larga. Il danno è già stato fatto. Serve dare un segnale di discontinuità dicendo che c'è un modo nuovo di fare politica».

LA REPLICA

La prima cittadina, però, rimanda al mittente la richiesta e annuncia l'intenzione di proseguire. «Io devo ridare linfa vitale alle nostre istituzioni e assicurare la gestione corretta e puntuale degli uffici. La discontinuità l'abbiamo avuta già con le dimissioni dei consiglieri». Rocchi annuncia anche l'imminente sostituzione del capo dell'ufficio tecnico Pajaro. «È stato sospeso ed è stato avviato un procedimento disciplinare. Resta la questione in ballo della sostituzione. Le pratiche già istruite procederanno con il segretario comunale Longo e il dirigente Armellin. Il programma di governo non ha subito rallentamenti».

Ultimo aggiornamento: 11:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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