VENEZIA La doccia gelata è arrivata nel primo pomeriggio di ieri: la sezione di controllo della Corte dei conti non ha dato il suo visto all'atto aggiuntivo con cui il Provveditorato alle Opere Pubbliche si apprestava a finanziare, tra l'altro, anche i lavori per la messa in sicurezza di Piazza San Marco.
IN BALLO 36 MILIONI
Il meccanismo di finanziamento delle opere di salvaguardia è, come noto, molto complesso. In questo caso all'esame della Corte dei conti c'era il terzo Atto aggiuntivo del diciottesimo Atto attuativo della Convenzione generale del lontano 1991. Un Atto attuativo del giugno scorso, approvato ad ottobre, che attendeva il cosiddetto «controllo preventivo di legittimità» da parte della Corte dei conti. In ballo ben 36 milioni di lavori, di cui 12 per gli interventi relativi a San Marco, un'altra dozzina per opere compensative del Mose, il resto per varie voci legate alla salvaguardia. I 12 milioni per la Piazza erano, però, quelli più attesi e urgenti.
LAVORI A RISCHIO
Che ci fosse un problema di finanziamento, ieri mattina, lo aveva anticipato in commissione cultura del Senato il responsabile unico del procedimento per l'insula di San Marco, l'ingegner Francesco Sorrentino, in collegamento telematico proprio per spiegare lo stato di avanzamento di questo progetto. Intervento da 39 milioni, con un primo stralcio esecutivo da 11,5, che doveva partire a febbraio, dopo l'approvazione dell'esecutivo nel comitato tecnico di fine mese. «Non abbiamo ancora la copertura finanziaria - aveva spiegato il funzionario ai senatori - Era prevista nel terzo Atto attuativo che è ancora all'esame della Corte dei conti. Martedì c'è stata l'audizione del provveditore, Cinzia Zincone. La Corte si è riservata. Bisogna capire se l'Atto potrà essere messo in registrazione o dovrà essere ritirato». Nello stesso Atto compreso anche il finanziamento per barriera di lastre per la Basilica.
LO STOP
L'organo di controllo ha sciolto la riserva ieri pomeriggio. Il visto è stato ricusato. Le motivazioni ufficiali saranno depositate entro 60 giorni. Secondo il Provveditorato, i rilievi sarebbero formali. Non è la prima volta che la Corte blocca atti del Provveditorato. Cinque anni fa c'era stata anche una causa, per un'altra ricusazione, intentata dal Provveditorato e alla fine vinta. Intanto il rischio è che si perdano i finanziamenti per quest'anno. Potrebbe intervenire il Governo, ma in questo momento ha altro da pensare.