San Marco, piazza sopraelevata: cinque anni di lavori per salvare il cuore di Venezia

Domenica 21 Agosto 2022 di Nicola Munaro
Piazza San Marco sott'acqua
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VENEZIA - Entro cinque anni al massimo l'insula di San Marco sarà rialzata e portata a quota Mose. Sarà cioè capace di affrontare quelle maree tra gli 85 centimetri (che adesso significano Piazza allagata, così come la Basilica fintanto che non sarà ultimata la cintura in vetro) e i 110 centimetri, limite minimo fissato (al momento) per far alzare le dighe mobili che separano il mare dalla laguna e tengono all'asciutto Venezia, riparandola dalle acque alte più pericolose.
Il conto alla rovescia per arrivare alla data-limite del 2027 partirà il prossimo 1 novembre, quando le squadre di operai chiamate a sollevare i masegni e innalzare il salotto buono della città, inizieranno i lavori.

IL SUMMIT
Le due date, l'inizio certo e la fine approssimativa (con un margine d'errore già calcolato), sono state date durante una prima riunione informativa andata in scena nei giorni scorsi. Attorno allo stesso tavolo si sono seduti il Magistrato alle Acque, il Consorzio Venezia Nuova, l'assessore comunale al Commercio Sebastiano Costalonga, i tecnici dei Lavori pubblici del Comune, i rappresentanti di Confesercenti, gli ambulanti, Vela, la polizia locale, l'Associazione Piazza San Marco e le ditte incaricate dei lavori, cioè il gruppo d'impresa Consorzio Carm (che riunisce società di costruzioni veneziane, come Salmistrari, Errico e Setten) più le ditte Rossi e Kostruttiva.
Non invitata, invece, la Procuratoria di San Marco, anche se da più parti è stato chiesto - e ottenuto - che al prossimo incontro in programma entro il 10 settembre ci sia anche una rappresentanza dell'ente che gestisce lo scrigno di arte e fede che è la Basilica marciana.

Un nuovo rendez-vous nel quale i responsabili del progetto daranno i dettagli del cronoprogramma per l'innalzamento dell'area di San Marco.

L'INTERVENTO
Per completare il primo stralcio che inizierà l'1 novembre prossimo ci vorranno quattrocento giorni lavorativi. Il valore di questa prima tranche è di 6,5 milioni di euro. Come spiegato nell'incontro l'intervento iniziale sarà il più invasivo ma attraverso una serie di sottoservizi, di alcuni rialzi, della sistemazione delle valvole perimetrali, da soli questi lavori dovrebbero eliminare il 60% delle acque alte che allagano la Piazza.

LE ZONE
Si inizierà da calle della Canonica (nel tratto che va dal ponte della Canonica a piazzetta Leoncini) e poi gli interventi si concentreranno su zona davanti alle Procuratorie Nuove (all'altezza dei caffè Florian e Aurora) e sotto le Procuratorie Vecchie, nell'accesso in Piazza dal bacino Orseolo. Un piccolo intervento verrà realizzato in riva all'altezza della colonna del Todaro.
Chiuso il primo stralcio, si inizierà poi con il secondo e con un terzo che serviranno per mettere in sicurezza le zone al momento meno soggette dalle maree, quelle più alte dell'insula. Il costo dell'intervento di messa in sicurezza dell'intera area marciana lieviterà fino a 47,5 milioni e quando sarà terminato manderà in pensione anche le barriere in vetro che - entro la fine di settembre - serviranno a tenere fuori l'acqua salmastra dalla Basilica.
Soluzione d'emergenza in via di realizzazione per intervenire sempre nella fascia di marea tra gli 85 centimetri (quota permessa dai lavori ai gatoli per tenere all'asciutto il nartece) e il metro e 10 oltre cui si solleva il Mose.

IL NODO CANTIERI
C'è da dire, però, che questi lavori tramuteranno la Piazza in un cantiere permanente. Nella riunione è stato deciso che il nuovo deposito verrà installato di fronte al pennone centrale davanti alla Basilica per evitare di intralciare sia i flussi turisti che i grandi eventi da programmare in Piazza nei mesi e negli anni prossimi. Una scelta che ha lasciato l'amaro in bocca alla Procuratorie.

L'APPLAUSO
«È un momento importante - commenta Claudio Vernier, titolare del caffè Al Todaro e presidente dell'Associazione Piazza San Marco - Vedevamo il rialzo di San Marco come una leggenda: siamo consapevole dei disagi, ma non si poteva farne più a meno».

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Ultimo aggiornamento: 15:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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