San Giuliano, laguna di fango: la secca e l'interramento dei canali

Mercoledì 5 Maggio 2021 di Paolo Guidone
San Giuliano, laguna di fango: la secca e l'interramento dei canali

MESTRE - «Vai fuori, il remo si impianta e la barca si arena». Solo negli ultimi quattro anni il livello delle acque della laguna media è sceso di altri 16 centimetri e i primi a saperlo sono i soci del circolo Canottieri di Mestre che quando posano in acqua con bassa marea le canoe e le barche a vela, si vedono costretti a raggiungere faticosamente i canali navigabili perché in corrispondenza della secca davanti alla punta di San Giuliano la laguna è profonda appena 20 centimetri.

Per fare un confronto, solo fino a 10 anni fa fuori dai canali si poteva navigare liberamente da San Giuliano fino a Campalto anche in condizioni di bassa marea.


IN SECCA
Il risultato è che qualsiasi sedimento portato dalle correnti rimane depositato in questo angolo di laguna media che si sta inesorabilmente interrando. Una situazione ulteriormente aggravata dallo scarico proveniente dalle chiuse dell'Osellino, attualmente spalancate a causa dei lavori di rifacimento dei manufatti, che stanno portando grandi quantità di fanghi in laguna. E se a questo si somma il paradossale effetto dovuto al calo del traffici marittimi di merci, causato dalla pandemia, che ha ridotto il dragaggio dei fondali prodotto dalle eliche delle imbarcazioni, si arriva alla situazione attuale - che rende urgente anche la manutenzione del canale di San Secondo - ovvero alla continua perdita di fondale che, con la bassa marea, davanti alla punta di San Giuliano sta rendendo quasi impossibile la navigazione. Grazie al lavoro della Consulta del Polo Nautico lo stato di interramento della Punta di San Giuliano viene costantemente monitorato ed è stato proprio su impulso della stessa Consulta e dei dati da questa prodotti che nel 2017 sono stati avviati i lavori di scavo sotto gli archi del ponte translagunare della Libertà, finanziati da Ferrovie della Stato e dal Provveditorato per le opere pubbliche, lavori necessari a ridurre l'effetto diga creato dall'infrastruttura stradale e ferroviaria, i cui 222 varchi sono intasati ognuno da non meno di 400 metri cubi di ostriche, ma l'intervento, pur necessario, non è stato risolutivo ed ora servono almeno altri 8 milioni di euro per convogliare le correnti di marea ostacolate dalla presenza delle ostriche, consentendo il diporto in sicurezza e senza interferenze con il trasporto acqueo.


I RIMEDI
«Bisogna togliere i tappi rappresentati dalle ostriche che si trovano sotto il ponte translagunare e ricreare il flusso naturale delle maree - spiega Giovanni Cecconi, ingegnere idraulico e membro della rete Wigwam Venice Resilience - e questo avrebbe anche l'effetto di rendere più limpide le acque della laguna». «La laguna sta scomparendo avverte Paolo Cuman, vice presidente della Canottieri Mestre - e questo potrebbe rendere il nuovo Polo Nautico di San Giuliano una splendida cattedrale sul fango. Per questo è urgente anche un intervento di scavo dei fondali davanti alle gru della punta di San Giuliano, altrimenti già dal prossimo inverno da qui sarà impossibile scendere in acqua».

Ultimo aggiornamento: 09:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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