San Donà. Maltrattamenti in casa di riposo, il dolore di una figlia: «Mia mamma aveva paura, diceva che c'era un uomo di notte»

Giovedì 16 Marzo 2023 di Davide De Bortoli
San Donà. Maltrattamenti in casa di riposo, il dolore di una figlia: «Mia mamma aveva paura, diceva che c'era un uomo di notte»

SAN DONÀ - «Mia mamma ha subìto violenza? Era nel modulo viola, è morta in ottobre e vorrei lasciala “andare” almeno nella mia testa». È una delle richieste più struggenti di una figlia quasi in lacrime rivolta alla direzione della “Monumento ai caduti” durante l’assemblea con i parenti di ieri.

A prenderne parte i vertici di Isvo, la società che gestisce la casa di riposo: l’amministratore delegato Paolo Dalla Bella, il presidente Domenico Contarin, il direttore Maurizio Padovan, assieme al sindaco Andrea Cereser e al direttore generale dell’Ulss 4 Mauro Filippi.

«Mia mamma è morta molto male per le sue patologie, ma anche per la trascuratezza che c’è stata qui – ha continuato la donna – Ho la cartella clinica e mi è stato detto in ospedale: il medico mi ha riferito che le sarebbero state dovute amputare le gambe per le piaghe che riportava. Venivo quasi tutti i giorni a vederla, ora vi chiedo: ha subìto violenza? Ditemi qualcosa, è stata qui quasi due anni». E ancora: «Mia mamma aveva paura - ha spiegato un’altra donna - diceva che di notte c’era un uomo nel reparto giallo e non era “persa”».

PROVVEDIMENTI DRASTICI

«I colpevoli saranno licenziati», ha promesso Dalla Bella. Nella Sala Montalcini ieri pomeriggio ci sono stati momenti di tensione. Alcuni dei familiari a più riprese hanno ribadito di aver segnalato i disagi e la preoccupazione in passato, ma di non essere stati ascoltati. Alcuni hanno spiegato di aver evidenziato problemi dal 2018, altri addirittura prima. E qualcuno dei presenti ha evidenziato anche un cambio di rotta, con l’arrivo del direttore Maurizio Padovan. «Vogliamo ricostituire il Comitato dei familiari – ha spiegato Padovan-, un organo di rappresentanza con il compito di dialogare con la struttura. Vi convocheremo ancora, perché nel tempo la vicenda si evolverà. Ci premeva darvi un segnale di tempestività. I fatti rilevati sono circoscritti al Nucleo Viola». Tra le richieste alcune informazioni più precise sul tipo di reati a sfondo sessuale che hanno avuto come vittime gli anziani.

SINDACO

Sul piede di guerra alcuni parenti di ospiti deceduti. «L’incontro di oggi è stato voluto dalla direzione della struttura – ha spiegato il sindaco di San Donà Andrea Cereser – Ci sono delle responsabilità dirette o indirette e verranno accertate, nessuno potrà sottrarsi all’esito delle indagini». «Non si tratta di “coraggio” ma è loro dovere – ha tuonato uno dei parenti – Sembra quasi che siano degli eroi, ma la cosa è risalente da tempo e nessuno ci ha ascoltato».

L’AZIENDA SANITARIA

Ma quali sono i controlli che fa l’azienda sanitaria sulle case di riposo? «Controlliamo i requisiti dell’accreditamento – spiega il direttore generale Mauro Filippi –, che il personale sia nel numero e nei profili adeguati. Controlliamo i farmaci: che non siano scaduti e ci sia una fornitura regolare e poi ovviamente attraverso il medico curante si esercita un controllo di tipo clinico all’interno della struttura». Un medico di famiglia di San Donà, infatti, si è accorto che qualcosa non funzionava. «Lo ha comunicato e da questa segnalazione è partita la denuncia - continua Filippi – Ci sono più medici, in base al numero degli ospiti: vanno nella struttura tutti i giorni e si occupano del loro gruppo, garantendone l’assistenza. L’Ulss manda il geriatra, il chirurgo quando serve. È fondamentale che tutti gli operatori tengano bene gli occhi aperti. Sono molto favorevole anche all’utilizzo di telecamere, se non c’è nulla da nascondere le telecamere non danno fastidio e poi serve riaprire le strutture ai familiari». Tra i presenti anche un referente del Codacons di Mestre, che si costituirà parte civile nel processo per i maltrattamenti avvenuti nella residenza sanitaria.

Ultimo aggiornamento: 17:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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