Giorgio morto a 15 anni per un malore, il dolore della mamma: «Non si può scegliere la bara per il figlio. Voglio sapere perché»

Venerdì 23 Dicembre 2022 di Fabrizio Cibin
San Donà. Giorgio morto a 15 anni per un malore, il dolore della mamma: «Non si dovrebbe scegliere la bara per il figlio. Vogliamo la verità»

SAN DONA' - «A 15 anni si accompagna il figlio a scegliere il motorino, non una bara».

C'è tutto il dolore di una mamma, in queste parole di Eleonora Zorzetto. Lei che ha dato la vita a Giorgio, che ci è cresciuta assieme osservandolo a bordo di un campo da rugby, che gli preparava la colazione alle cinque del mattino per poi vederlo andare a scuola.

ADDIO GIORGIO

«Quindici anni sono troppo pochi... 15 anni sono bellissimi da vivere assieme», continua a dire, con una forza che gli arriva anche dalle tante dimostrazioni di affetto e vicinanza, soprattutto dal mondo della palla ovale, cui Giorgio faceva parte. Giorgio Conte è venuto a mancare nella tarda mattinata di mercoledì, all'ospedale di Padova, dov'era stato trasferito d'urgenza e dove i medici avevano provato di tutto, dopo il malore che lo aveva colpito giovedì scorso. «Non aveva mai dato segni - ricorda ancora la mamma - che potesse stare male, tranne i soliti raffreddori. Ma il braccio che non riusciva a comandare ci ha fatto allarmare, portandolo al pronto soccorso». All'ospedale di San Donà verrà, poi, dimesso verso la mezzanotte. Al mattino successivo altri malori, quindi il trasferimento a Padova, l'operazione alla testa, il tragico epilogo.

CAPIRE IL PERCHÈ

La famiglia autorizzerà, poi, l'espianto degli organi, permettendo in questo modo ad altre persone di vivere grazie a Giorgio. «Ora verrà eseguita l'autopsia per capire da cosa il tutto sia scaturito; può essere anche una cosa congenita che non potevi prevederla. Sperano loro stessi di poterci dare una spiegazione». Sulle dimissioni decise quel giovedì sera all'ospedale cittadino, mamma Eleonora dice che al momento la famiglia non ha ancora pensato se procedere. «Vogliamo prima capire cosa può essere successo, poi daremo l'ultimo saluto a Giorgio; solo in un secondo momento decideremo il da farsi«. E dire che il ragazzo tutti gli anni faceva la visita per l'idoneità sportiva.

«Forse - suggerisce - servirebbe anche un esame del sangue completo». Di certo non vuol sentir parlare di no-vax, alcuni dei quali si sono espressi con dei post sui social. «Sono degli sciacalli, pieni di cattiveria. Come fanno a strumentalizzare una tragedia ed un dolore così grandi?». In compenso sono tantissimi i messaggi di vicinanza, dalla società del Rugby San Donà («Ci sono stati vicini, dandoci una grande dimostrazione d'affetto»), ad altre del Veneto e non solo, al sindaco Andrea Cereser e tanta gente comune. Giorgio Frequentava l'oratorio don Bosco: per questo i genitori hanno chiesto a don Nicola di celebrare il funerale e per questo mercoledì sera è stato organizzato, nella chiesa dell'oratorio, il rosario, alla presenza di tantissima gente, molti i ragazzi, che si è stretta alla famiglia. Giorgio andava a scuola a Treviso, all'istituto edile di San Pelaio.

«L'aveva scelta - ricorda ancora la mamma - perché diceva di volere aiutare il papà, che fa il falegname. Faceva tanti sacrifici: si svegliava alle 5.40 e tornava dopo le 15. Se l'è cercata lui quella scuola ed era entusiasta di frequentarla». Ma la sua grande, immensa, passione era il rugby. «Aveva un amichetto dell'asilo che aveva iniziato a giocarci e così proposi a Giorgio di provare anche lui. Poi via, via, la passione è aumentata, crescendo in modo quasi morboso negli ultimi quattro anni. Non saltava un allenamento, non arrivava mai in ritardo. Quando, qualche giorno fa, ha scoperto che, per le festività natalizie, avevo previsto una sorpresa, ovvero un viaggio a Roma, mi ha detto: mamma, scordati che io salti gli allenamenti per andare a Roma». La data dei funerali non è stata ancora fissata.
 

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