San Donà di Piave, corsa a tre: «Ecco i nostri piani per governare cinque anni»

Fantinello, Teso, Zottis: la sfida per la successione ad Andrea Cereser

Giovedì 20 Aprile 2023 di Davide De Bortoli
MESTRE: da sinistra Roberto Papetti; Alberto Teso; Francesca Zottis, Carlo Fantinello

MESTRE - Tra candidati sindaco a San Donà: una competizione comunale che rispecchia lo scenario politico nazionale. Un piccolo test locale, insomma, per saggiare gli equilibri tra centrodestra, centrosinistra e Terzo Polo.

San Donà è uno dei due Comuni sopra i 15mila abitanti che andrà al voto il 14 e 15 maggio (l’altro è Martellago), oltre ai due Comuni con meno di 15mila abitanti (Pianiga e San Stino). E uno degli scenari è il ballottaggio, nel caso nessuno dei candidati sindaco riuscisse a superare la soglia del 50 per cento. Va dà sè che ciascuno è sicuro di vincere al primo turno. E Il Gazzettino ha organizzato un forum nella propria sede di Mestre tra Francesca Zottis per il centrosinistra, Alberto Teso per il centrodestra, Carlo Fantinello per il Terzo Polo.

Alberto Teso, nella coalizione che la sostiene c’è la lista della Lega e la lista di Gianluca Forcolin, spina nel fianco da tempo del Carroccio. È un elemento di potenziale preoccupazione per la tenuta della squadra e in prospettiva futura, in caso di vittoria? 
«Con Gianluca non c’è alcun tipo di tensione, mi pare che anche recentemente abbia riconosciuto il ruolo della Lega e che la situazione si sia ricomposta. Siamo tutti concentrarti a vincere, c’è una sana competizione tra le liste e sinceramente preferisco avere un alleato esuberante, attivo e che porta voti piuttosto che una persona troppo tranquilla e di basso profilo. In caso di successo? Non vedo segnali di preoccupazione sinceramente. Le regole sono chiare: chi prenderà più voti farà il vicesindaco».

Carlo Fantinello, come sta vivendo lei, candidato del Terzo polo, la spaccatura tra Calenda e Renzi, tra Azione e Italia Viva? Vi penalizza?«Le tensioni romane non hanno alcuna ripercussione in sede locale. La nostra lista del resto era già pronta da tempo ed è composta da persone che vogliono rilanciare l’azione del centro: io stesso per formazione e carriera rappresento questo sentire politico. E poi credo che anche le tensioni tra Calenda e Renzi si ricomporranno».

Francesca Zottis, con lei il centrosinistra si compatta su una figura diversa rispetto a Cereser. Ne porterà avanti l’azione amministrativa?
«Certo, l’eredità lasciata da Cereser è importante. Abbiamo un programma da completare, anni di amministrazione che ha fatto scelte importanti. E poi Andrea continuerà a far parte della squadra. Il suo passo indietro riguarda l’incarico da sindaco e non certo la sua attività politica e amministrativa. In che modo resterà in squadra? Lo valuteremo a tempo debito, ma ci sarà». 
 

La Porta Nord è un parte importante per il futuro della città: quanto tempo servirà per completare la viabilità di raccordo alle due stazioni e la Cantina? Non ha l’impressione che l’area da ristrutturare sia troppo grande anche una volta completata? 
F: «Per la viabilità si tratta di progetti approvati e finanziati, per cui andremo a completarli. Sui contenuti la visione è diversa: serve mettere insieme pubblico e privato, con la possibilità di realizzare un ostello a disposizione ad esempio di medici, infermieri, insegnanti, e studenti, categorie che oggi lamentano difficoltà nel trovare alloggio. Non c’è disponibilità e questo si ripercuote sul prezzo. La fiera non ha più senso, piuttosto penso ad un centro espositivo per le imprese innovative venete, in grado di intercettare i flussi di chi si sposta sulla A4, diretto alle spiagge o all’Outlet. Altre aree vanno ripensate per la formazione. Nel complesso lo spazio non è troppo grande, si può usare per eventi (ad es. concerti che mancano) condivisi con gli altri Comuni». 
T: «Il progetto della Porta Nord risale alla Giunta Zaccariotto di centrodestra. Nello snodo di ferro e gomma potrebbero trovare spazio anche strutture ricettive, crediamo a questo volano, va messo in funzione. Non è realizzabile, però, ospitare start up o forse due istituti scolastici, non rispondono alla vocazione dell’area. La visione dalla Giunta Cereser è avulsa dalla realtà. La Cantina e l’area fieristica sono troppo grandi: non butteremo 10 milioni di euro, che non bastano neppure per la ristrutturazione completa. Si alla viabilità di raccordo, su questo non si torna indietro ma ripenseremo radicalmente alle altre strutture. Dall’Amministrazione Zaccariotto sono passati 18 anni: è cambiato il mondo, ma serve una fiera più piccola, immagino ospitata in una tensostruttura. Questo consentirebbe di concentrarsi per realizzare uno spazio polifunzionale, ma di sicuro non costruiremo una cattedrale nel deserto». 
Z: «La realizzazione della viabilità di accesso è prevista nel secondo semestre del 2024, comporta un allargamento delle strade e la messa in sicurezza della zona. Nel secondo semestre 2025 è previsto il completamento del parcheggio a Mussetta e l’avvio delle due stazioni. Nel 2026 il completamento dello spazio espositivo e della cantina, per ristrutturali ci sono già 10milioni del Pnrr, oltre ai contributi del “bando periferie” del Governo. Servirà riavviare il procedimento del dialogo competitivo per completare la Cantina. L’area non è troppo grande, a San Donà c’è necessità di spazi per attività formative post-scolastiche, e spazi per categorie o ordini professionali». 
 

Che voto sente di dare al progetto del nuovo stralcio della zona pedonale in piazzetta Trevisan e via Del Campanile? 
F: «Voto assolutamente insufficiente, non è un investimento corretto. L’area pedonale funziona, è bello stare in piazza ma è sbagliato togliere i parcheggi. Per incentivare il commercio serve promuovere eventi di qualità e favorire la presenza di turisti e cittadini, per cui i parcheggi sono indispensabili. Penso anche a una struttura multipiano, da realizzare in piazza Rizzo. Serve, inoltre, una mappatura seria delle attività. L’Amministrazione deve promuovere le attività mancanti, tramite bandi in accordo alle associazioni di categoria. Tra le priorità anche il terzo ponte sul Piave che potrebbe collegare il territorio veneziano con il Veneto orientale». 
T: «Sono molto perplesso. La precedente chiusura di corso Trentin non ha previsto una viabilità alternativa, per cui San Donà era prigioniera di un tappo. Dopo 9 anni forse ora la zona pedonale si può accettare. Per il nuovo stralcio avevo chiesto di aspettare. La sicurezza stradale, inoltre, è al centro dei nostri interventi, da realizzare coinvolgendo anche scuole e autoscuole». 
Z: «La revisione del piano del traffico urbano comprende già nuove modalità di ingresso, rotonde e altre iniziative in previsione dell’evoluzione della città, prospettive che contengono scenari di sviluppo urbano. In centro a San Donà il 13% dei negozi ad uso commerciale è sfitto, a Mestre il 40%, a Treviso il 30%. Intendo continuare su un progetto di vivibilità urbana, fondamentale per creare interessi produttivi e commerciali, voglio procedere in questo tipo di visione». 
 

In tema di sicurezza quali sono gli aspetti più importanti? Si può aumentare l’organico della Polizia Locale? 
F:
«San Donà non soffre di grandi problemi di sicurezza, è necessario aumentare l’organico a tre, quatto vigili. Altrettanto serve che i cittadini si riapproprino di certi spazi pubblici, come parchi e giardini. Si parte rivedendo come sono strutturare queste aree, con giochi nuovi o attrezzare dove non ci sono. Serve creare anche un corpo interforze in borghese che pattuglino anche con cani antidroga, in altri Comuni ha funzionato». 
T: «L’organico dei vigili è composto da 25 agenti e ne servirebbero 40 per 42mila abitanti. Di questi 10 fanno attività amministrativa e 15 in strada, l’organico è insufficiente, anche perché svolgono attività di pubblica sicurezza e polizia giudiziaria, indagando in materia ambientale. Serve un corpo di Polizia adeguato. Intendo stanziare 200mila euro (circa 0,4% del bilancio comunale) per assumere almeno quattro agenti in più. Un investimento che va fatto». 
Z: «Non spaventa investire per assumere tre, quattro nuovi agenti. Il progetto interforze a San Donà è appena partito e qualche risultato è già arrivato. Va potenziato il controllo del vicinato e commerciale e il presidio dei parchi. La percezione di sicurezza non si aumenta solo con la divisa ma anche con un protocollo di legalità, e iniziative di collaborazione con l’Ulss 4 e associazioni sportive, culturali e sociali». 
 

Quale sarà il primo impegno come primo cittadino? 
F:
«Serve attivare la centralità della Conferenza dei sindaci, San Donà ne assumerà la leadership. L’obiettivo è mettere insieme tutti i servizi: un unico servizio tributi, un unico ufficio tecnico e uno del commercio, per aumentare competenza e ridurre le spese, senza togliere l’identità dei Comuni» 
T: «Due bandi: una per l’assunzione dei vigili e un altro per affidare l’incarico per un nuovo piano urbano del traffico che tolga stop e sensi unici». 
Z: «Parto da un processo di riorganizzazione della macchina comunale, e dei servizi in tutti i Comuni della zona. Altro impegno: la mappatura della alloggi, per capire di quali residenze avremo bisogno, e per incentivare le attività mancanti». 
 

La casa di riposo Monumento ai caduti: quali strumenti dispone il sindaco per controllare la gestione in modo efficace? Ha fiducia in chi ha gestito la struttura negli ultimi anni? 
F:
«In ogni azienda la responsabilità ricade sul capo: quindi sull’amministratore delegato e il cda, altrimenti non si è mai responsabili di nulla. La strada giusta erano le dimissioni, continuando nel mandato per le attività ordinarie, finchè il nuovo sindaco provvederà alla nomina di nuovi amministratori».
T: «Non rinnoverei la fiducia alla gestione, c’è una responsabilità del cda, perché, purtroppo, c’è stata una carenza nel controllo. È un dramma per tutti ma i responsabili sono l’amministratore e il cda, come in tutte le realtà. Tra gli indagato l’assunzione di chi era stato condannato per abusi sessuali, pur assolto in appello, non andava fatta, bastava seguire un semplice principio di precauzione. Nella struttura, inoltre, c’erano già stati dei segnali preoccupanti, qualcosa che doveva accendere un campanello d’allarme, per cui non si è vigilato».
Z: «Ho già annunciato una commissione speciale sul centro servizi per anziani. Non con spirito accusatorio ma di responsabilità che deve avere un amministratore. Non mi piace che si dica “Si sapeva”, se c’era chi sapeva avrebbe dovuto denunciare, altre sono le situazioni di disagio, sempre da non sottovalutare. Si tratta di piani diversi. Una commissione, infatti, può aiutare a capire come riorganizzare certi processi, per evitate il degrado. Spero che la magistratura sia celere, perché la poca celerità mette in discussione l’affidabilità degli enti». 

Video

Ultimo aggiornamento: 17:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA
Potrebbe interessarti anche
caricamento

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci