Renato Gardin, 90 anni: «Non respirava, così salvai quel bambino dal canale nel 1979»

Venerdì 21 Febbraio 2020 di Nicola Munaro
Renato Gardin mentre legge sul Gazzettino la storia del giovane salvato 41 anni fa
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VENEZIA - «L’acqua era bassissima, mi arrivava alle ginocchia, ma quel bambino non respirava più. Era quasi morto». Quel bambino, quarantuno anni dopo, è l’avvocato Andrea Bona, padre di 4 figli e uno studio professionale a Quarto D’Altino.  Chi parla, chi ricorda «l’acqua fino alle ginocchia», è l’uomo che quella mattina del 1979 lo aveva salvato da una morte ormai certa: Renato Gardin, 90 anni, ex titolare dell’hotel Tivoli in crosera San Pantalon, ora in mano ai nipoti. È stato lui, ieri, a chiamare Il Gazzettino per rispondere all’appello lanciato dall’avvocato Bona sulle colonne del giornale per trovare l’uomo che gli aveva salvato la vita da bambino. Eccolo, quindi, il lieto fine di una storia riemersa dalla memoria quasi per caso.

«Come ho scoperto che quel bambino diventato adulto mi stava cercando? Leggendo il giornale stamattina (ieri 20 febbraio, ndr). Era impossibile sbagliarmi, la foto pubblicata è il punto esatto nel quale l’ho ripescato, vicino al palazzo del rio che passa sotto il ponte della Donna Onesta». 

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L’ex albergatore ricorda ancora nel dettaglio com’erano andate le cose la mattina del 31 maggio 1979. 
«Ero fuori che fumavo, ho sentito gridare “aiuto, aiuto” da una voce femminile e mi sono reso conto di costa stava succedendo. Sono saltato in acqua, c’era mezzo metro, era bassa, mi arrivava alle ginocchia. Il bambino l’ho preso dall’acqua, non dava più segni di vita. L’ho appoggiato sull’ultimo gradino della riva e sono corso dai vigili del fuoco lì vicino. Entrando nella caserma - continua Renato Gardin - ho trovato il maresciallo: l’ho avvertito e lui è uscito con cue o tre vigili che avevano le bombole d’ossigeno. Quando sono arrivati i vigili del fuoco, io sono andato a cambiarmi i pantaloni e quando sono tornato non c’era più nessuno».

Quel bambino, che all’epoca aveva solo due anni, lui non l’aveva mai visto e non l’ha più visto in seguito. «Non lo conoscevo, ho avuto un istinto - conferma - Quando l’ho raccolto era senza vita. Non ho mai dimenticato la storia e il fatto, ma stamattina (ieri, ndr) ho trovato la sorpresa sul giornale». I due si rivedranno settimana prossima «e almeno un’ombra me la offrirà», scherza l’ex titolare del Tivoli.

La stessa sorpresa ha bussato ieri alla porta dell’avvocato Andrea Bona: «Mi ha chiamato lui, è stato molto emozionante - conferma il bambino nel frattempo diventato un affermato avvocato - È stato stranissimo ricevere quella telefonata perché mi ha fatto capire di quanto ho rischiato: mi ha detto che ero lì esanime, mi ha tirato su dalla morte. Mi ha un po’ scosso sentire il suo racconto di quella mattina perché non credevo fosse così grave la situazione che ho vissuto». Quel passato che ritorna ora ha un orizzonte che si declinerà con un abbraccio sicuro.
«Voglio andarlo a trovare e farlo conoscere anche ai bambini», loro che, insieme al nonno - cioè al papà dell’avvocato Bona - hanno tolto la polvere all’intera vicenda trovando un vecchio articolo de Il Gazzettino che raccontava l’accaduto. «Certo che gliela offrirò quell’ombra, è il minimo - conferma, ridendo, il legale - Vorrei passare una giornata assieme. Sembrava una ricerca disperata ma che invece si è conclusa bene. Mi ha detto che non ha l’articolo, gliene porterò una copia».
 

Ultimo aggiornamento: 21:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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