VENEZIA - È solo la decima di campionato, eppure Venezia-Salernitana vale già quasi quanto una finale.
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Il tutto nel maggio scorso, quando entrambe le squadre hanno festeggiato una promozione per molti versi inattesa, conquistata a braccetto guarda caso com'era accaduto nel 1998. Tralasciando incroci e suggestioni, al presente Venezia e Salernitana sono calcisticamente in guerra per dimostrare al traguardo del prossimo 22 maggio di aver avuto le qualità giuste (o quantomeno sufficienti) per tenersi stretto il paradiso.
Ecco dunque che l'odierno faccia a faccia a Sant'Elena assume un peso specifico non trascurabile, particolarmente delicato per la situazione di classifica che vede i granata solitari sul fondo con appena 4 punti all'attivo (nessuno lontano dall'Arechi), la metà rispetto agli arancioneroverdi. A confronto finiscono i due attacchi meno prolifici della Serie A, nonché due compagini chiamate a ripartire di forza dopo brutte sconfitte incassate non più tardi di sabato scorso. Sulla carta, ma solo su quella, la Salernitana sembra passarsela peggio dopo aver battezzato la prima di Colantuono al timone con un 2-4 casalingo per mano dell'Empoli. Anche il Venezia però è stato gelato dal Sassuolo, un 3-1 sul groppone dopo aver cullato l'illusione di poter dare la miglior continuità possibile al successo sulla Fiorentina.
SOLLIEVO
Proprio il giustiziere dei viola, Mattia Aramu, torna oggi a disposizione e subito titolare, con la consegna di provare ad accendere il reparto offensivo che finora ha prodotto meno di tutti (appena 7 reti realizzare, una in meno dei granata). Con Aramu il modulo può variare dal 4-3-3 al 4-3-1-2, la prima soluzione più gettonata nel caso in cui Paolo Zanetti rispolverasse da titolare lo squalo Forte al posto di Henry. Al contempo intoccabile, alla luce dell'assenza di Johnsen (ko per diverse settimane), sembra un Okereke che contro il Sassuolo ha segnato e sprecato. Tutta da decifrare la linea mediana: Busio ha una caviglia dolorante ma, mancando Vacca e Fiordilino, potrebbe tornare centrale come nelle prime giornate, con Crnigoj (o Ampadu) e l'ex Kiyine mezzali.
Ad aver vestito la maglia della Salernitana è pure Molinaro, papabile terzino a sinistra al posto di un Haps che potrebbe aver bisogno di rifiatare dopo aver giocato 180' ravvicinati. Come terzino destro nell'aria il controsorpasso di Mazzocchi a Ebuehi, come in mezzo di Caldara a Svoboda quale partner di Ceccaroni, davanti a un Romero costretto a risultare il vano migliore in campo al cospetto del Sassuolo. Il Cecca peraltro, pur essendo un esordiente in A, è l'unico calciatore lagunare ad essere rimasto in campo per tutti gli 810' finora giocati in questo campionato, in perfetta continuità con la scorsa Serie B nella quale era stato il veneziano schierato per più tempo (3810' inclusi playoff).
MAGIA
Quella che Zanetti ha avvertito e applaudito contro la Fiorentina, atmosfera che dichiaratamente spera di respirare anche stasera. Di sicuro non ci saranno gli oltre 8.000 del 18 ottobre davanti ai gigliati, visto che ieri sera la prevendita aveva toccato quota 4.300 (dopo gli oltre 500 recatisi in trasferta sabato a Reggio Emilia) compresi 700 ospiti. Senza dubbio però il calore del Penzo servirà eccome, per spingere il Venezia a sfatare una sorta di tabù, quale è diventata una Salernitana che ha vinto tutti gli ultimi tre scontri diretti. Con 8 punti all'attivo la partenza degli arancioneroverdi è stata finora discreta, una delle migliori di sempre considerato che in A il Venezia non vinceva almeno due delle prime nove partite dalla stagione 1962/63. Un successo è poi obbligatorio per presentarsi di rincorsa al prossimo crocevia-salvezza ravvicinato, domenica a Genova (ore 15) contro un Genoa fermo a 6 punti e che, in concomitanza con l'incontro del Penzo, affronta l'altrettanto delicato derby ligure in casa di uno Spezia che sta una lunghezza più su.
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