Fiere e sagre annullate, la Pro Loco: «Conti a rischio»

Domenica 12 Settembre 2021 di Luca Bagnoli
Fiere e sagre annullate, la Pro Loco: «Conti a rischio»

MESTRE - «Dobbiamo fare i conti». È questo il problema principale delle associazioni di promozione e sviluppo del territorio al tempo della pandemia, carnefice di tutti i carnevali e le manifestazioni che prevedevano afflussi particolari e organizzazione articolata.

A chiarire questo aspetto economico, che si riferisce più che altro alle risorse umane e prende le mosse dalle norme anti-Covid, è il presidente della Pro Loco provinciale di Venezia.


VOLONTARIATO

«I volontari numericamente sono quelli che sono - esordisce Fabrizio Tonon - e già con le regole attuali di contenimento del contagio siamo costretti ad aumentare il personale, ma non sempre è possibile, pure dal punto di vista delle spese. Oggi dipende tutto da comune a comune, da territorio a territorio, dal presidente della Pro Loco di zona e dal sindaco come figura in capo alla sicurezza, che devono valutare il rischio e, diversamente dai normali esercizi commerciali, gestire logistiche non ordinarie». Un rischio non solo per il pubblico, ma pure per gli addetti ai lavori, perché «i volontari non sono mica tutti giovani, anzi, e dunque bisogna prestare attenzione a tutti i soggetti più esposti al virus».


BUROCRAZIA E VINCOLI

Ma vediamo il percorso ad ostacoli che le Pro Loco hanno dovuto affrontare dall'inizio dell'emergenza sanitaria. «Naturalmente - racconta Tonon - la prima chiusura di feste e sagre è avvenuta tra febbraio e marzo 2020 con la prima ondata. Poi una piccola ripresa estiva, che ci aveva illuso fino ad ottobre quando la seconda e dopo terza ondata ci hanno limitati fino allo scorso maggio». Durante questi lunghi mesi, le associazioni si sono dedicate ad attività di supporto agli enti locali per le necessità del territorio, ad esempio la consegna della spesa alimentare.


LA RIPARTENZA

«A maggio e poi a giugno siamo ripartiti - prosegue il presidente - con eventi nelle piazze di promozione dei prodotti tipici, come a Marcon, o la festa del radicchio di Scorzè saltata a novembre». Qui però la modalità cambia, una nuova obbligata strategia per tutte le iniziative che timidamente si riaffacciano alla vita. «Non possiamo organizzare come prima - spiega Tonon -, adesso sono eventi quasi virtuali, senza piatti caldi, una proposta a fondo perduto con l'aiuto dei Comuni per attività promozionali soprattutto sui social: è tutto ridimensionato».


IL TERRITORIO

Ma cercando di non smarrire le tradizioni, come nel caso del fiume Livenza con la creazione dell'itinerario dei ristoranti tra percorsi fluviali e ciclistici, esaltando pane, miele e soprattutto anguilla. Poi arrivano luglio e agosto, e con loro il Green pass. «Non facciamo i poliziotti, ma lo dobbiamo controllare - precisa il presidente - L'importante è il distanziamento, che però riduce le capienze». E la mascherina? «Quella all'aperto non serve, ma se si mette a piovere e dobbiamo chiudere i tendoni, allora tutti saranno invitati a indossarla». Infine i nostri giorni, settembre, che sembra avere già in programma l'ennesima sospirata ripartenza.


GLI APPUNTAMENTI

«C'è la festa del pesce a Caorle, anche se non è gestita da noi. Poi una sagra a San Stino di Livenza e un'area gastronomica a Stra con tutti i locali, ma molto diversa dai classici capannoni. E ancora Quarto d'Altino, mentre la Riviera del Brenta al momento pare avere meno eventi di piazza».


LE PREVISIONI

Quali previsioni per l'autunno e l'inverno? «Nei prossimi mesi la situazione non cambierà molto. Nonostante gli eventi all'aperto, non siamo e non saremo a pieno regime, anche perché i decreti non sono chiarissimi e questa cosa ci allarma, in quanto complica la nostra necessità di prendere accordi per i tendoni. Stiamo monitorando l'evoluzione, in rapporto stretto con l'assessore regionale al Turismo e all'Agricoltura, per provare a dare risposte alle realtà locali. Teoricamente dovrebbero esserci più sagre e feste, ma non dimentichiamo l'inverno, quando si passa al chiuso, con più norme e dunque personale, ritornando perciò ai ragionamenti economici sulla fattibilità: ai conti».

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